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Regionali veneto, gli autonomisti bellunesi sostengono la moretti

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ALESSANDRA_MORETTIdi REDAZIONE

È stato un «parto» lungo e faticoso, non scevro da polemiche, ma alla fine gli autonomisti bellunesi del Bard hanno deciso la linea politica per le regionali venete, in programma il prossimo 31 maggio: sosterranno il centrosinistra, in virtù di un’intesa siglata con la candidata Alessandra Moretti, che impegna il Partito democratico nazionale a dar corso a un’iniziativa legislativa per una forma speciale di autogoverno nella vicina provincia dolomitica. I candidati del movimento Belluno autonoma Regione Dolomiti saranno presenti nella lista Veneto civico, al fianco della ex deputata vicentina, oggi europarlamentare.

Innanzitutto, l’accordo romano, che di fatto impegna il governo Renzi, prevede che la Provincia di Belluno ritorni a essere eletta dai cittadini, superando così il mortificante declassamento subito con l’entrata in vigore della legge Delrio (56 del 2014) di riforma di questi enti di area vasta. Peraltro, su pressione dei territori alpini, era stato inserito nella medesima riforma, il riconoscimento di un regime particolare alle Province interamente montane e confinanti con stati esteri (Belluno, Sondrio e Verbano-CUsio-Ossola), mentre lo stessp  articolo 40 del disegno di legge di revisione costituzionale, ora all’esame del Parlamento, prevede che la nuova architettura istituzionale tenga conto della specificità delle aree montane.

Nel caso bellunese, inoltre, va aggiunta la presenza di minoranze linguistiche (ladine e germanofone), che a sua volta, forte di un ancoraggio nella normativa vigente, rafforza la rivendicazione autonomistica cui l’intesa elettorale dà un risposta che potrebbe rivelarsi particolarmente significativa.

Restituire alla Provincia la dignità di ente elettivo di primo grado, come prevede il patto, rappresenta la base sulla quale costruire concretamente una forma di autonomia, con lo Stato che dovrà impegnarsi affinché la Regione trasferisca all’area montana la maggior parte delle funzioni e delle competenze, comprese le relative coperture finanziarie.

Oltretutto, Belluno attende da tempo che il Veneto dia corso a quanto previsto dal suo Statuto e dalla legge dell’agosto 2014, che dava alla Regione sei mesi di tempo per la cessione alla Provincia dolomitica di una vasta serie di materie (dall’agricoltura alle attività produttive, dal turismo alle minoranze linguistiche), ma la giunta Zaia tergiversa, giustificandosi con la mancanza di fondi a causa dei tagli decisi dal governo centrale (dai 17 miliardi in bilancio nel 2014 si è passati a poco più di 14 quest’anno).

Va da sé, dunque, che una legge nazionale sulla specialità bellunese dovrà poi assicurare anche un meccanismo finanziario per la concreta assunzione delle competenze amministrative e legislative. «Appare quanto mai necessario uno sforzo congiunto delle istituzioni per realizzare un progetto di riforma che restituisca pari dignità e uguali opportunità ai territori montani, in particolare a quelli interamente montani e transfrontalieri, dove sia al contempo rinvenibile una pluralità di minoranze linguistiche e la vocazione a uno sviluppo economico integrato alle altre realtà territoriali dell’arco alpino», si legge nel documento.

Per quanto riguarda il ritorno a un ente provinciale pienamente legittimato dal suffragio universale, l’intesa impegna il governo a consentire di ripristinare l’elezione diretta del presidente e del consiglio, alla stregua di quanto si prevede nella legge Delrio per le nuove Città metropolitane.

Inoltre, si individua un sistema elettorale che dia equa rappresentanza alle vallate delle quattro macroaree (Feltre, Belluno, Cadore-Comelico-Val Boite, Agordo), senza limitarsi a declinare un criterio meramente demografico.

L’intesa contempla anche il tentativo di assicurare un corridoio preferenziale in Parlamento al disegno di legge, che secondo l’intendimento dei sottoscrittori dovrà essere formalizzato prima delle elezioni regionali e approvato entro la fine dell’anno (a prescindere dall’esito del voto in Veneto).

Comunque vada, di là dai tempi e modi dell’iter parlamentare, si tratta di un passaggio politicamente molto significativo, dato che il partito che esprime il presidente del consiglio si impegna solennemente, di fatto, a far sorgere una inedita forma di autonomia per un’area alpina che da decenni rivendica l’autogoverno.

Un’autonomia ritenuta l’unica risposta seria alle particolari esigenze di un territorio che troppo a lungo ha sofferto di un deficit di strumenti istituzionali, necessari per adottare politiche rispondenti ai bisogni particolari dettati dall’orografia montana, dalle caratteristiche demografiche, naturalistiche, economiche e sociali di vallate sempre più a rischio spopolamento.

Plaude all’intesa elettorale l’europarlamentare sudtirolese Herbert Dorfmann, eletto nel maggio scorso anche con i voti raccolti nel Bellunese dal movimento Bard, che hanno portato la Svp quasi da zero a sfiorare il 10% e il candidato a contare oltre seimila preferenze.

Dorfmann ha onorato l’impegno diventando a tutti gli effetti un parlamentare di riferimento per questo territorio: «I movimenti autonomisti come il Bard devono guardare ai risultati, senza amicizie o antipatie, ma con l’obbiettivo di portare a casa il massimo beneficio possibile per la propria terra. Sono convinto che gli elettori valuteranno positivamente questa proposta. Il ritorno della Provincia di Belluno ad un ente eletto dal popolo è il primo passo per ridare dignità a un territorio in gravi difficoltà sociali ed economiche come quello Bellunese. L’ impegno del Bard è inoltre un impegno per una maggiore autonomia del territorio che ha tutto il sostegno anche del mio partito, la Südtiroler Volkspartei. Noi crediamo che l’ autonomia non sia un privilegio, ma una forma di gestione che si basa sulla responsabilità territoriale e che ha dimostrato di essere efficiente nelle Province autonome», dichara al sito Bellunopress.it.

La scelta di realismo politico fatta dal Bard, supportata anche dal lavoro diplomatico svolto dallo stesso Dorfmann e dal centrosinistra autonomista trentino e sudtirolese, porta dunque a casa un risultato concreto, mettendo in sostanza il Pd e il governo di fronte a un’assunzione forte di responsabilità che se non onorata costerebbe parecchio in termini di credibilità Una credibilità che già oggi non è sufficiente, invece, secondo quella parte di autonomisti bellunesi che storcono il naso di fronte a una stretta di mano con il partito accusato di attuare politiche neocentralistee di aver svuotato le Province creando una situazione di caos e di incertezza anche sul fronte dei servizi ai cittadini. Qualche esponente del Bard ha preferito perciò accasarsi nella coalizione che sostiene il sindaco di Verona, Flavio Tosi, trovandovi in ogni caso il riconoscimento della specialità bellunese con annessi e connessi.

Comunque sia, in linea generale, l’impressione è che l’inedito accordo che impegna Roma possa rappresentare un importante spartiacque e che sia il risultato di anni di lavoro politico autonomistico, passato anche per una valanga di referendum «secessionisti», grazie al quale si sono diffuse conoscenza e sensibilità sulle problematiche della montagna, con la classe politica nazionale costretta in qualche modo a dare, almeno, qualche risposta preliminare.

Ora, dunque, la previsione è che il ddl autonomistico possa trovare una corsia preferenziale, in commissione in sede deliberante per un approdo rapido in aula, in un contesto politico che potrebbe rivelarsi «maturo» al punto di consentire davvero che si compia questo passo per rispondere a un’attesa che nel Bellunese è particolarmente forte.

TRATTO DA L’ADIGE

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8 COMMENTS

  1. Ha ragione Toscani: …sono degli ubriacono.

    Non ne posso proprio piu’ di questo mio popolo.
    E domani (25aplil) a fare festa per la liberazione, ma da chi..???
    Non ci rendiamo conto che siamo SUDDITI se non SCHIAVI al milion par milion di questo stato e status..??
    Domani e’ solo SAN MARCO..!!!
    Lo dico per scaramanzia perche’ in pochissimi festeggeranno in nome del grande DSanto e Patrono.
    E parlano di olocausti foresti..? Mai uno che dica che il popolo veneto ne ha subito uno ed e’ il peggiore della storia perche’ non e’ stato fatto con le armi (uno si difende e scopre chi e’ il suo NEMICO) ma con la subdola maniera kattokomunista, quella psicologica.
    I veneti sono stati rinominati come i files: da veneti a taliani, e loro sono contentissimi passare da liberi a schiavi..!!
    Viva i mone e i inbriagoni.
    Bacio le mani…

    PS:
    vorrei il ritorno della SCALA MOBILE..!!

  2. Togliere le province, rimettere le province, cosa promettere? Quello che conviene al partito diceva il buon Togliatti. Questi qua sono capaci di promettere anche il paradiso per un voto.

  3. sono sicuro che, come sempre, la sinistra manterrà le sue promesse. Magari a modo suo ma lo farà.
    Sono sempre stati diversamente di parola.

  4. che dire… beati voi che credete che a Roma metteranno in cima alla lista delle cose da fare l’elezione diretta del presidente della provincia di belluno, beati voi che credete a quel tale che disse “Enrico stai sereno” e sappiamo come è andata a finire… e se vi dovesse dire “Bard stai sereno”? Ciononostante spero di sbagliarmi e vi auguro di farcela.

  5. purtroppo Belluno è in mano ad una informazione tutta pilotata, anche per l’abitudine della gente a non essere critica ma osseuiosa della cosiddetta classe che rappresenta in qualche modo “autorità”, sia statale, sia burocratica, sia religiosa…
    Il salto di qualità per l’intera provincia sarebbe rappresentato non dall’autonomia che comunque rimane sempre agganciata ai fantomatici poteri centrali, ma dall’indipendenza piena, prospettiva che avrebbe all’interno del Veneto che aspira già dalla prossime regionali a raggiungerla ed attuarla.
    E’ però un dato di fatto che la ventata nuova di libertà fatica a raggiungere i Bellunesi… per diverse ragioni: il territorio difficile, l’età media più alta e perciò non usa a esplorare su internet, e non ultima, un certo senso di isolamento che li ha abituati a concentrarsi per risolvere quotidianamente i problemi del vivere…per fortuna sono circondati da bellezza, ma l’è dura!..
    Bellunesi, ricordatevi che siete una parte importantissima dei Veneti che si sentirebbero mutilati se voi voleste andare per strade diverse… Venezia e le Dolomiti sono una linea diretta, purtroppo ora nel cielo, ieri più di oggi sulla terra, ma nel prossimo Veneto indipendente sarete una cosa sola e una forza che sfonda nel mondo!

  6. Bhe visto i risultati di quasi 30anni di l
    Lega c era da aspettarselo un cambiamento da un altra parte. peccato che i bellu-matti non si rendan conto (gli unici) che con il PD si è ancor piu sicuri che son false promesse

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