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Renzi parla di salvataggio della grecia, ma non sa di che parla

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grecia eurodi MATTEO CORSINI

“Nessuno può raccontarci che si sono fatti interventi in Paesi importanti del nostro continente, a partire dalla Grecia, semplicemente perché ci stavano a cuore i cittadini di quell’area. Si sono fatti anche perché c’era da salvare alcuni istituti di credito di importanti Paesi europei che erano profondamente indebitati in quei Paesi. Non ci prendano in giro in Europa perché queste cose le sappiamo bene anche noi, non siamo nati ieri”. Così ha parlato il premier italiano.

Così come Romano Prodi ebbe a definire se stesso “cattolico adulto”, di Matteo Renzi si potrebbe dire che si atteggia a “europeista adulto”. Peccato che nel farlo gli capiti anche di scivolare su alcune questioni, finendo per dire l’esatto contrario di ciò che è vero. 

Vi sono diversi motivi per ritenere che, in effetti, la gestione della crisi in Grecia abbia avuto come scopo prioritario quello di contenere i danni per le banche maggiormente esposte in quel Paese, che erano poi le banche tedesche e francesi, cosa che Renzi non dice per correttezza politica e per non irritare Angela “c.i.” Merkel.

Ma quelle banche non avevano debiti in Grecia, bensì crediti. E quei crediti erano a forte rischio di finire in fumo data la sostanziale situazione di insolvenza del debitore. Renzi ha detto l’esatto contrario. Se si è trattato di un malinteso, ciò conferma che a forza di spararne a raffica si finisce per far confusione. In alternativa, la confusione riguarda la realtà di quei fatti, ormai storici, nella testa di Renzi.  Sta di fatto che con uscite del genere è facile essere presi in giro e dare l’impressione di essere nati ieri.

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