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Renzi presenta la “finanziaria” e dipinge l’italia come il paese del bengodi

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renzidi MATTEO CORSINI

Un (come sempre) torrenziale Matteo Renzi ha presentato il disegno di legge di Stabilità licenziato dal Consiglio dei ministri. Ho raccolto alcune delle sue dichiarazioni, dalle quali si evince che nessuno farà sacrifici e ci saranno tanti più soldi da spendere. Un bengodi, parrebbe.

“Scherzando stanotte con Pier Carlo ricordavamo che dopo la finanziaria i cittadini dicevano: dove ci fregano? Quest’anno – è una cifra identitaria del nostro governo – non solo le tasse non aumentano ma vanno giù. Per la prima volta nella recente storia in modo sistematico, costante e, per molti, anche sorprendente.”

Credo di non sbagliare sostenendo che i primi a essere sorpresi sarebbero i pagatori di tasse. Ma dubito che quella (bella) sorpresa si materializzerà. A maggior ragione tenendo presente che diverse riduzioni fiscali annunciate da Renzi sono coperte con maggior deficit, che di certo non può essere considerato una copertura strutturale e, inevitabilmente, presenterà il conto in un futuro più o meno prossimo.

La parola magica è “flessibilità”, che significa poi maggior deficit di bilancio, appunto.

La clausola riforme vale più di 8 miliardi: 0,5% del Pil. La clausola infrastrutture e investimenti vale 5 miliardi: 0,3% del Pil. Rispettando le regole europee fatte dai governi precedenti, grazie al lavoro del nostro governo, oggi c’è uno spazio di flessibilità in Ue che vale circa 13 miliardi.”

Ovviamente questa “flessibilità” non può essere strutturale, ed è ragionevole attendersi che sarà pagata a caro prezzo negli anni a venire.

Se ci verrà riconosciuto dalla Commissione Ue lo 0,2, circa 3,3 mld, per l’evento migratorio eccezionale anticiperemo al 2016 misure previste per il 2017: l’Ires e i denari per ulteriori investimenti nelle scuola.

E quando, l’anno prossimo, quella “flessibilità” non ci sarà più, come verranno coperti gli sgravi fiscali e le spese in più per la scuola?

Siccome volevamo dare il messaggio del non aumentare le tasse sul niente, non tocchiamo neanche la parte di tax expeditures che andavano tagliate e forse andavano messe in ordine e andranno messe in ordine. Alcune detrazioni potevano essere toccate ma avrebbero dato il la alla discussione: con una mano danno, con l’altra tolgono.

In effetti tagliare le detrazioni avrebbe comportato un aumento di imposte per qualcuno. In ogni caso non è con il deficit che si risolve il problema. A maggior ragione quando c’è un lungo elenco di spese, come segue.

“Contro la povertà saranno stanziati 600 milioni quest’anno, 1 mld nel 2017 e altrettanti nel 2018. Più 100 mln nel rapporto proficuo con le fondazioni bancarie, i comuni e il terzo settore.”

Ovviamente non si sa con quali coperture, dato che i tagli di altre spese latitano e le tasse secondo Renzi non aumentano per nessuno.

Il masterplan per il Sud prevede finanziamenti per 450 milioni di euro, di cui i primi 150 già nel 2015.

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Il fondo della Sanità era di 109 miliardi un anno fa, 110 oggi e saranno 111 nel 2016. Più soldi ma spendiamoli meglio!

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Crescono i fondi per la cooperazione internazionale, soprattutto in Africa: 121 milioni nel 2016 poi saliranno a 260 milioni.

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Nella legge di stabilità ci sono 500 assunzioni nella cultura. Il ministro Franceschini alle 17 illustrerà plurimi interventi. La legge di stabilità mette 100 milioni di euro in più sulla cultura.

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padoanPiù sociale: mettiamo 400 milioni sul fondo, sulla legge per il dopo di noi, sull’aumento del servizio civile. Di alcuni nostri concittadini con disabilità la politica si è occupata un po’ troppo poco e bisogna pensare a loro con più attenzione. La legge sul dopo di noi, che riguarda la persona con sindrome di Down che sopravvive ai genitori, dovrà essere approvata nel 2016. E’ una riforma strutturale molto più di quel che sembra.

Nobili intenzioni, ma siamo sempre al vedi sopra sulle coperture. Per di più:

Le città metropolitane non hanno tagli nel 2016, le province sì ma vengono salvate le funzioni essenziali: strade e scuola. Il taglio alle province viene ridotto da un miliardo a seicento milioni.

Avanti: più spesa per tutti, siamo nel paese dei balocchi.

Ma c’è anche la spending review, che dai 16-18 miliardi annunciati all’insediamento di Renzi a palazzo Chigi era già passata a 10 sei mesi fa, e adesso è ulteriormente dimezzata a 5 miliardi, peraltro sempre solo nelle intenzioni.

La spending review è quella che ci aspettavamo, al netto delle tax expeditures. Sostanzialmente sono 5 miliardi.”

E ancora

“I tagli dei singoli ministeri nella legge di stabilità sono orientativamente intorno al 3%: non sono lineari, ma specifici e puntuali.

Per ora non è dato sapere di più. Fra 12 mesi non mi stupirei se non si fosse materializzato nulla.

Per di più:

“Occhio perché alcune misure di spending review sono sacrosante ma non producono un risparmio. Riduciamo ad esempio il numero delle partecipate ma a questo non corrisponde una riduzione del bilancio pubblico: non è che riduco i soldi che il Comune teneva da parte per i cda delle aziende. I sindaci se li terranno e li spenderanno in altro modo, io spero per infrastrutture.

Io spererei invece che riducessero alcuni balzelli comunali, anche se credo sia una speranza vana. Ma alla fine Renzi tranquillizza tutti sulle coperture.

“Avete sempre questa preoccupazione. State tranquilli. Le coperture ci sono tutte.”

Dove sono? Quali sono? In quale slide erano indicate?

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3 COMMENTS

  1. Spending Review, ha significato negli enti pubblici “mendicare ai fornitori uno sconto sul prezzo dei servizi”, spesso in gare al massimo ribasso, e che più spesso si è tradotto in “riduzione di servizi alla pubblica amministrazione”, ovvero: riduzione di servizi ai cittadini, allungamento delle attese, disservizi, minore manutenzione delle attrezzature, ecc..
    Il bello è che al nord un po tutti gli enti pubblici si sono piegati a mendicare questo “sconto” ai fornitori.
    Ma questi stessi fornitori affermano che i loro clienti enti pubblici del sud non hanno mai chiesto a loro “sconti” per spending review.
    Mi chiedo, ma al sud la spending review è stata applicata o, come al solito, sono sempre i fessi del nord a pagare, a risparmiare e a tagliare??

  2. Ho piacere per l’italiota medio, kattokomunista a cui hanno dato a bere che la rovina dell’itaGlia è tutta colpa di berlusconi. Adesso si ritrovano con la sua controfigura, renzusconi e il renzusconismo, che va a braccetto col kattokomunismo.
    Sono un dato : se l’anno scorso con il calcolo ISE avevi diritto a 400 euro di riduzione sulla retta scolastica, oggi la stessa famiglia, non prende i 400 euro ma ne versa 600 in più. Effetto di una delle miriadi manovrine silenziose che fanno il gioco del “prometto di darti….,intanto ti ho preso quello che mi serve….”. E’ l’apoteosi della rapina, della propaganda, della truffa. Fino a quando ?
    Se continueremo a scrivere e sfogarci sulle tastiere, altri renzye, altri parassiti alla padoan, faranno quello che sono pagati di fare dal loro padrone lo stato e le oligarchie europee

  3. Non mi fido di renzi.
    Non guardo neppure i numeri che millanta.
    Qui la gente , con le dovute eccezioni, chiude baracca, si indebita, fallisce.
    Come e più di prima.

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