“Anche se questo segno + è ancora timido rispetto a quello che vogliamo, oggi l’Italia vede tutti i segnali utili a fare il grande salto. L’Italia ha avuto tre anni di recessione, ma abbiamo preso una macchina, l’abbiamo girata ed è tornato un segno + diffuso. Il ministro Padoan dice che le stime saranno più basse, sì perché’ diciamo la verità”.
In vista della nota di aggiornamento al DEF, consapevole che la previsione di crescita del Pil per il 2016 (e non solo) dovrà essere ridimensionata perché 1.2% è da libro dei sogni, Matteo Renzi se ne esce raccontando bugie ma sostenendo che dice la verità. Qual è la novità? mi si potrebbe chiedere. Nessuna, in effetti.
Renzi continua ad attribuire al suo governo l’uscita da tre anni di recessione, ma serve molta sfrontatezza per non riconoscere i fattori esogeni (politica monetaria, tassi di cambio, prezzi del petrolio) che sono alla base del passaggio dal segno meno a un leggero segno più, peraltro molto “drogato”.
La revisione al ribasso delle stime il governo la fa non per amore di verità, ma semplicemente perché non avrebbe nessuna verosimiglianza confermare il dato (già ottimista) di aprile scorso. Quanto al grande salto, c’è da temere che sia nel vuoto.
I mercati finanziari festeggiano ad ogni aumento del prezzo del barile.
Una volta succedeva il contrario.
Cercano e vorrebbero più inflazione.
Mi sembra di vivere in un mondo alla rovescio.
Il mondo dei Duplex di Nembo Kid.