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Renzi, tante bugie usate come armi di distrazione di massa

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RENZIMAGOdi FABRIZIO DAL COL

Matteo Renzi comunica, scrive, informa, e sfrutta la debolezza del finanziamento pubblico ai giornali per imporsi con le sua balle. Quindi, Renzi si diverte e pontifica: balle in quantità industriale, menzogne di bassa lega, enfatizza i lati positivi delle balle che racconta, sopprime tutto ciò che non gli rende vantaggio, con fughe in avanti cambia continuamente il tema del dibattito, se lo ritiene necessario distrae volutamente chi lo ascolta, si auto-medaglia per i successi che non ha mai conseguito, accusa i governi precedenti dei risultati mancati, ma li raffronta con i successi delle sue balle, manipola l’analisi sulla crisi economica a piacere, e con un utilizzo inverosimile delle bugie fa approvare linee guida di riforme fasulle.

Così, Il vero intento politico di Renzi, è tutto incentrato a mantenere alto il suo personale indice di gradimento per arrivare ad approvare una sua legge elettorale;  il “Renzellum”, che gli permetterà poi di costituire il ‘partito della nazione’. Un esempio su tutti ? Il tweet pubblicato ieri alle 17:23, dove scrive : “Piano Juncker, QE, flessibilità, dollaro=euro sono frutto semestre italiano UE. Poi 80euro, irap, incentivi assunz, JobsAct=  #lavoltabuona.”  

1) Il piano Juncker del fondo di 300 MLD per rilanciare l’economia, nonostante Renzi si sia affettato a far parte della ‘locomotiva’ degli stati che hanno destinato al fondo poco più di una trentina di miliardi (Italia 8 MLD),  si è già dimostrato una clamorosa bufala e giace li insabbiato come la più inutile delle proposte della Ue.

2) Il Qe di Draghi, che la stragrande maggioranza degli economisti avevano ritenuto una grande manovra, non sta generando proprio nulla di ottimistico, anzi, la maggioranza degli stessi economisti crede che non sia stato un bazooka, ma l’ultimo tentativo che la Ue aveva a disposizione per salvarsi.

3La flessibilità, che il premier continua ad enfatizzare, non ha ancora prodotto nulla di positivo che vada a favorire il welfare, la spesa pubblica, (aumentata di 29 MLD) e men che meno sta favorendo il bilancio dello Stato, dove alla voce debito pubblico del 2014, appare il vistoso aumento di 258 ML.

4Il cambio dollaro=euro non sta ancora favorendo maggior export, figuriamoci se può favorire la domanda interna con le tasse che continuano a deprimere il potere d’acquisto. Ma Renzi si auto-medaglia il merito  e usa il suo inutile semestre europeo, per arrogarsi un successo che ancora non c’è.

5) Gli 80 euro, come hanno già certificato le statistiche, per gli italiani non hanno prodotto un bel nulla, in compenso hanno però prodotto molto per la fidelizzazione degli elettori, ed è quello che invece interessava al premier.

6L’Irap è un’altra clamorosa balla, i capannoni sono stati scoperchiati per evitare di pagarla, ma non è stata diminuita, bensì manipolata in accordo con gli enti pubblici.

7Gli incentivi sulle assunzioni non sono per tre anni, trascorsi i quali, senza una crescita economica certa, cesseranno e produrranno i conseguenti licenziamenti.

8JobsAct è il più grande gioco di prestidigitazione del premier, e basta leggere il suo sito ufficiale per averne prova:  Avoleva presentare “entro otto mesi” un codice del lavoro che “racchiuda e semplifichi tutte le regole attualmente esistenti e sia ben comprensibile anche all’estero”. Nel Jobs Act non c’è traccia.  B) Voleva il “Processo verso un contratto di inserimento a tempo indeterminato a tutele crescenti” come vediamo invece oggi, tale norma, salvo notare qualche timido segnale nelle grosse aziende, ancora non ha prodotto nulla che sia meritevole del successo proclamato. C) Voleva un Assegno universale per chi perde il posto di lavoro, nel JobsAct si parla solo di “impegno”. D) Voleva un “Obbligo di rendicontazione online per ogni voce dei denari utilizzati per la formazione professionale finanziata da denaro pubblico”. Nulla è previsto nel Jobs Act. E) Voleva una “Agenzia Unica Federale che coordini e indirizzi i centri per l’impiego, la formazione e l’erogazione degli ammortizzatori sociali”. L’Agenzia è creata ma non funziona perché manca il finanziamento.

In un altro punto del suo sito (lettera B) in cui Renzi si impegnava “per ognuno di questi settori”, (vale a dire Cultura, turismo, agricoltura e cibo, made in Italy, ICT, Green Economy, Nuovo Welfare, Edilizia, Manifattura) di inserire nel Jobs Act “un singolo piano industriale con indicazione delle singole azioni operative e concrete necessarie a creare posti di lavoro”. Niente di tutto ciò è stato realizzato;  ma il premier  dimostra la sua imbattibilità quando parla dell’aria fritta, mentre invece, quando deve enfatizzare le balle preferisce usare “armi di distrazione di massa”.

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