“L’Ue si è costruita contro i popoli, intorno a un progetto liberale, che si traduce con l’ossessione della riduzione del deficit pubblico e del debito”. Arnaud Montebourg, ex ministro del governo socialista di Francois Hollande, afferma che la Ue è costruita contro i popoli, e su questo si potrebbe anche concordare. Il problema è il passaggio successivo, nel quale Montebourg identifica l’origine del male nel fatto che la Ue sarebbe costruita “intorno a un progetto liberale”.
Già novant’anni fa Ludwig von Mises, a conclusione del suo Liberalismo, evidenziava come il termine fosse stato stravolto dall’allora crescente sinistra cosiddetta “liberal”. Credo, però, che la Ue apparirebbe illiberale perfino a un liberal anglosassone, che pure non avversa affatto lo statalismo. Se c’è qualcosa di totalmente alieno alla costruzione dell’Unione europea, soprattutto negli ultimi due decenni, è proprio il liberalismo. Non c’è niente di liberale nel voler armonizzare e omogeneizzare dall’alto una quantità (esponenzialmente) crescente di questioni che riguardano la vita e le attività di circa 500 milioni di persone.
Quello della Ue assomiglia a un progetto molto più socialista che liberale, ancorché vi sia (una comprensibile) resistenza da parte (in primis) della Germania a socializzare i debiti pubblici. E se oggi i debiti pubblici sono ovunque più o meno raddoppiati in rapporto al Pil rispetto a due-tre decenni fa, significa che per decenni la mancanza della “ossessione” a cui fa riferimento Montebourg si è tradotta nel vivere di risorse prese a prestito dal futuro.
L’errore consiste nel credere (o nel voler far credere) che esistano pasti gratis: qualcuno, prima o poi, il conto lo deve pagare. Questa è una verità che nessun socialista potrà mai cambiare.