di FABRIZIO DAL COL
Il governo dovrebbe farcela ad ottenere il sì del Senato la prossima settimana. A meno che non arrivino nuovi mal di pancia da quella maggioranza nata dal mega inciucione Pd-Forza Italia, che ieri sembrava voler fare le barricate sul sistema di composizione ed elezione del nuovo Senato. La chiamano riforma, quella dell’abolizione del Senato, ma è una colossale contro riforma, anzi, una colossale balla che cela l’esatto contrario, ovvero una mega fregatura ai danni dei cittadini. Il Tomasi di Lampedusa sul suo “Gattopardo” scriveva: ‘tutto cambia affinché nulla cambi’, ma qui siamo veramente in presenza di incoscienti scialacquatori di denaro pubblico. Ma quale sarebbe allora il vero motivo dell’abolizione del Senato? La risposta è facile: da un lato si garantiscono che il Senato non abbia più funzioni di controllo e il potere di modifica delle leggi, dall’altro, attraverso la nomina diretta dei partiti, si mettono in “parcheggio” tutti i trombati, i riciclati e gli indagati, ovviamente dopo aver ripristinato l’immunità parlamentare. Tutto l’esatto contrario di quello che i partiti avevano garantito ai cittadini in piena campagna elettorale.
Vediamole allora in sintesi queste nuove regole del Senato : “I seggi sono attribuiti in ragione dei voti espressi e della composizione di ciascun consiglio. Ogni consigliere può votare per una sola lista di candidati, formata da consiglieri e da sindaci dei rispettivi territori. La ripartizione dei seggi tra le Regioni si effettua in proporzione alla loro popolazione, quale risulta dall’ultimo censimento generale, sulla base dei quozienti interi e dei più alti resti. La durata del mandato dei senatori coincide con quella degli organi delle istituzioni territoriali nelle quali sono stati eletti. Con legge approvata da entrambe le Camere sono disciplinate le modalità di elezione dei membri del Senato della Repubblica tra i consiglieri regionali e i sindaci, nonché quelle per la loro sostituzione, entro sessanta giorni, in caso di cessazione dalla carica elettiva regionale o locale”.
La riforma, se così vogliamo continuare a chiamarla, fissa paletti piuttosto rigidi ma le “modalità di elezione” vengono rimandate ad una legge ordinaria che dovrà essere approvata dal Parlamento. In sostanza, i partiti, per garantirsi i poteri di nomina si sono inventati un Senato non elettivo. Nella conferenza stampa Renzi ha dichiarato di non temere il voto in Aula: il governo sembra avere i numeri, al netto dei dissidenti interni al PD (rimasti meno di una decina) e dei ‘frondisti’ di Forza Italia. Obiettivo giungere all’approvazione definitiva in prima lettura (la seconda potrà avere luogo solo dopo tre mesi) prima di venerdì prossimo, 18 luglio. Per quella data è attesa la sentenza di secondo grado sul caso Ruby, accuse di concussione e prostituzione minorile a carico di Silvio Berlusconi, già condannato in primo grado a sette anni e all’interdizione perpetua dai pubblici uffici. Quindi, per evitare che il tutto finisca male, molto meglio se il governo giunge ad incassare prima il sostegno dei forzisti al Senato.
La legge elettorale, l’Italicum, ovvero quella legge che Renzi aveva garantito di approvare entro il febbraio 2014, frutto del patto del Nazareno, è congelata da mesi, approvata dalla sola Camera dei Deputati. A preoccupare Calderoli e Alfano le soglie di sbarramento per i partiti coalizzati come i loro, fissate al 4.5%. Troppo alte e che mettono a rischio la loro presenza a Montecitorio. Il NCD alle Europee si è fermato sotto la soglia, la Lega ampiamente sopra ma il Carroccio ricorda il 4.09% ottenuto alle Politiche 2013. Sul tavolo anche la questione liste bloccate, che Renzi mesi fa dichiarò essere una precisa richiesta di Forza Italia, le soglie per il premio di maggioranza (che potrebbe passare dal 37 al 40%). Sullo sfondo l’interrogativo dei partiti, alleati e non: Se Renzi non ottiene queste riforme farlocche, allora potrebbe anche portare il paese alle urne nella prossima primavera per prendersi la maggioranza e governare in beata solitudine.
Riassumendo : fino a poco tempo fa la propaganda con la legge elettorale, e abbiamo visto che invece è li congelata, poi quella degli 80 € che non sono 80 e non sono per tutti, a seguire quella dei tagli alla politica, che invece si sono trasformati in aumenti, quella della burocrazia che doveva essere smantellata per gradi, ma che invece continua ad aumentare per garantire le assunzioni della manovalanza. E questo sarebbe cambiare l’Italia ?