Roma e’ tra i grandi capoluoghi di provincia piu’ ‘spendaccioni’ mentre Milano e Torino possono definirsi piu’ attente al bilancio. Tra le regioni invece la palma d’oro va alla Calabria mentre quella che spende di piu’ e’ l’Abruzzo. E’ quanto emerge dal database realizzato da Mef e Sose, ‘OpenCivitas’ che confronta la spesa storica di comuni e province delle regioni a statuto ordinario con il fabbisogno standard (la stima del fabbisogno finanziario di un ente in base alle caratteristiche territoriali e agli aspetti socio-demografici della popolazione residente).
Va rilevato che la spesa storica utilizzata per il confronto con i fabbisogni e’ quella del 2010 e che il raffronto non e’ indice di efficienza o inefficienza. Una spesa superiore al fabbisogno (come quella di Roma) puo’ indicare inefficienza, ma anche erogazione di servizi con un livello piu’ elevato. In pratica, quel comune spende di piu’ per dare ai propri cittadini servizi di standard elevati. Giudici supremi saranno, appunto, i cittadini che meglio di tutti conoscono cosa funziona e cosa no nella città.
Al contrario, una spesa inferiore al fabbisogno standard puo’ si’ indicare un alto livello di efficienza ma anche l’erogazione di servizi con un livello piu’ basso. Fatta questa dovuta premessa la differenza tra fabbisogni e spesa a Roma risulta -7,42% mentre a Milano e a Torino positiva, rispettivamente, dello 0,78% e del 7,85%. Spendono di piu’ rispetto al fabbisogno anche Firenze (-6,75%), Bologna (-4%) e Napoli (-3,97%). A livello regionale e’ l’Abruzzo che guida la classifica dei spendaccioni (-12,23%), seguito da Lazio (-6,42%), Toscana (-5,16%) e Campania (-2,85%). Piu’ attente ai bilanci il Piemonte (7,48%), il Veneto 7,29 e la Lombardia 3,42% con la Calabria (9,80%)che si piazza, a sorpresa, al primo posto. (AGI) .