Nicola Sturgeon e Alex Salmond sono arrivati ai ferri corti. Lo scontro interno viene da lontano, ha l’aria della ripicca del vecchio leader contro la sua delfina e riguarda la vicenda che portò Salmond ad essere accusato di molestie sessuali da diverse persone, ma che dopo aver ammesso una relazione extraconiugale e un comportamento inappropriato, è stato assolto dalle accuse.
Ora, l’ex Primo Ministro di Scozia, per 20 anni alla guida degli indipendentisti, accusa i suoi ex compagni di cospirazione per distruggere la sua reputazione “fino al punto di farmi imprigionare”, ha detto. I complottisti? Peter Murrell, marito di Sturgeon e figura chiave del partito e Liz Lloyd, capo dello staff della premier scozzese. Tutto questo è, ora, oggetto di inchiesta da parte del Parlamento scozzese. L’ex leader avrebbe dovuto testimoniare a Holyrood, la sede del Parlamento a Edimburgo, ma ha deciso di rimandare dopo che una parte di prove sono state espunte dal dossier che aveva preparato.
Lo scontro all’interno dello Scottish National Party potrebbe avere delle ripercussioni sulle elezioni di Maggio? Non è detto, dato che i sondaggi assegnano la maggioranza assoluta agli indipendentisti, che viaggerebbe intorno al 53%. Ciononostante, le prossime elezioni dovrebbero essere il trampolino di lancio per un secondo referendum per l’indipendenza, annunciato più volte, anche se improbabile e anche se chiesto sull’onda della Brexit, che ha portato fuori dall’Ue la Scozia, insieme agli “odiati” inglesi.
La vicenda presenta lati oscuri: Il complotto sarebbe insomma quello di aver fatto fuori Salmond una volta per tutte dalla vita politica dell’SNP. La Sturgeon è a sua volta nei guai perché avrebbe mentito o fornito informazioni parziali al Parlamento sulla data in cui ha saputo delle accuse a Salmond e sui contatti avuti con lo stesso per parlare del caso. Questa storia, insomma, potrebbe addirittura portare alle dimissioni della Sturgeon.