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Salvini butti fuori tosi per il bene di tutti gli indipendentisti

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tosi2di GILBERTO ONETO

Tosi è nel Consiglio comunale di Verona dal 1994 quando era già iscritto alla Lega da qualche tempo. È perciò stato nel partito quando questo era dichiaratamente indipendentista, quando è stato sul Po, quando ha palesato il suo progetto nel primo articolo del suo Statuto. Per tutto questo tempo il Tosi non ha fatto un plissé: evidentemente la cosa gli stava bene, la condivideva o faceva furbescamente finta di condividerla. Lo ha fatto così bene da diventare sindaco, deputato europeo e poi – nel 2012 – Segretario nazionale della Liga Veneta, come a dire il Sancta Sanctorum dell’indipendentismo, uno dei nuclei primigeni del secessionismo padano.

Poi ha scoperto (o, più semplicemente, rivelato) la sua profonda vocazione italianista: si è appiccicato il ritratto di Napolitano nello studio (dopo avere spergiurato di voler riservare lo stesso onore solo a Pertini…), si è avviluppato nel tricolore tenendosi la bandoliera d’ordinanza patriottica anche nei momenti di exploit sportivo e di massima intimità. Poi ha cominciato a gorgogliare di unità nazionale, ha spergiurato di non essere mai stato secessionista e che – anzi – la secessione è il peggiore dei mali del mondo, ha preso a frequentare i paesi del tacco e i patrioti più tosi1fervidi, soprattutto “imprenditori” calabresi che i radiosi destini comuni dell’Italia hanno spinto sulle rive dell’Adige. Non basta: si è fatto nel 2013 un suo partitino e lo ha chiamato “Ricostruiamo il Paese”, dove il maiuscolato si riferisce alla patria di D’Annunzio, Mussolini, Riina e Napolitano. L’acronimo R.I.P è piuttosto significativo e lapidario. Non contento, si è cercato adeguati compagni di viaggio e dice di averli trovati in Alfano-Afgano e in Passera: una familiarità quest’ultima che lo accumuna almeno lessicalmente a Berlusconi, di cui vuole rilevare il posto. Il Tosi si è infatti messo in testa di fare il nuovo capo del centro-destra e per questo ha scommesso (non è il solo in alto loco…) sulla dipartita della Lega e nella sua alchemica dissoluzione in un minestrone moderato, democristiano e appiccicoso.

Affida i suoi salvifici disegni a un libro, La versione di Tosi edito da Marsilio, nel quale espone la forza del suo pensiero in illuminazioni come: «L’articolo 5 della Costituzione non lascia margini di manovra: l’Italia è una sola». Ciumbia! Organizza il suo partitino (che con accortezza dorotea insiste nel chiamare Fondazione) in una rete di comitati provinciali denominati “Fari”. Un conato di pudore paolotto gli ha impedito di chiamarli “Fari di combattimento”.

tosi3Salvini gli ha scombussolato i piani e allora si è messo a picchiare i pugni e a frignare dando sfogo a un repertorio isterico-patriottico  “alla Fini”. Strilla che vuol fare il nuovo Berlusconi, che si vuole candidare alla presidenza del Veneto e staccare la Liga dalle Lega riproponendo la solita litania della prepotenza lombardista e meneghina.

Quello che è buffo (ma anche significativo della mala fede del personaggio) è che le sue paturnie centro-destriste e italianiste se la prendono con una gestione leghista che è criticatissima dagli indipendentisti (che il Tosi odia più di strolighi e malfattori) che l’accusano di essere  centro-destrista e italianista.

Salvini  sa per certo che  noi del Miglio Verde – congrega di vecchie canaglie secessioniste – non siamo teneri con certe sue scelte, ma una cosa ci sentiamo di chiedergli con grande vigore: cacci questo personaggio prima che faccia troppi danni alla Lega, al Veneto e all’indipendentismo di ogni sfumatura! 

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5 COMMENTS

  1. Caccialo, Salvini, e fallo presto, prima che abbia tempo e grancassa (i media ‘tajani) per “organizzarsi…

    Non lasciare che Rrroma applichi ancora il vecchio “divide et impera”.

  2. Non amo per nulla l’attuale linea politica salviniana, ma sembra sia il male minore.
    Una cosa però sembra certa, da quando la lega ha iniziato a crescere a dismisura e forza italia a calare, qualcuno in quel partito ha iniziato a pensare a come fermare la lega, e penso abbia trovato in Tosi il personaggio giusto, qualcuno diceva che a pensare male si fa peccato però spesso ci si indovina.

  3. Essendo anch’io una delle canaglie secessioniste, nonchè critico verso Salvini dico che, nel caso in esame ( e non solo in questo caso ) è indispensabile smetterla con uno degli slogan di cui si nutre il vecchio e attuale PC : “bisogna vedere a monte”.
    Bisogna vedere quale è il male peggiore “in questo momento ” e agire.
    Quindi cacciare Tosi ! Senza se e senza ma.

  4. Per il bene degli indipendentisti, Salvini deve uscire lui dalla Lega, sinceramente. Lui è il primo ad aver abiurato l’indipendentismo, la secessione, etc.. Magari possono andar via assieme, non so..

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