di MARIETTO CERNEAZ
La sanità pubblica “più bella del mondo” – ci racconta Quotidianosanità.it – costa ai tartassati italici 164 miliardi, vale a dire 6.500 euro l’anno ad ogni nucleo familiare, oltre 2.700 euro a persona.
- “La spesa sanitaria corrente di Conto economico (CE) tra il 2012 e il 2021 è passata da 110.399,3 a 126.640,2 milioni di euro, equivalente a un incremento medio annuo dell’1,5%. Nell’ultimo anno la crescita è stata del 2,7%. Tutte le annualità considerate presentano una crescita della spesa, eccezion fatta per il 2013, anno in cui il tasso di variazione è risultato negativo (-0,9%).
- Gli ultimi due anni in relazione ai maggiori costi connessi con la gestione dell’emergenza sanitaria da Covid-19. Fino al 2019 l’incremento medio annuo si è infatti attestato allo 0,8%, mentre nel biennio successivo ha raggiunto il 4,1%. In particolare, la crescita osservata nel 2020 (+5,4%) risulta essere più consistente di quella riscontrabile nel 2021 (+2,7%).
- Cresce il disavanzo delle Regioni che supera 1,1 miliardi con la metà di esse che ha dovuto mettere mano a risorse proprie per coprire i buchi. Lieve calo della farmaceutica diretta e piccolo incremento della convenzionata. Tornano a salire il ticket e le spese veterinarie. Nel secondo anno pandemico tornano a crescere le spese dal privato e soprattutto quelle sostenute direttamente dai cittadini (out of pocket), in massima parte per farmaci non rimborsabili, visite mediche e diagnostica. Per la Ragioneria esistono comunque «margini di efficientamento e razionalizzazione del sistema»”. (Se volete, potete leggervi le 223 pagine del rapporto).
Ora, mi dicono che una buona assicurazione privata costa intorno ai milletrecento euro a persona. Quindi, non è difficile comprendere che la Sanità pubblica (che non a caso ha avuto un criminale come Speranza alla sua testa), si pensi ad una famiglia media composta da 4 persone, è più cara dell’assistenza medica organizzata privatamente.
Sprechi, inefficienze, idiozia del personale (gli angeli che se la passano ballando nelle corsie e applicano protocolli burocratici demenziali), strutture fatiscenti rendono ormai necessario avere un cornetto in tasca, onde evitare di finire tra le grinfie di quel personale medico che si è appecoronato ai voleri politici dei governi e alla stupidità che regna negli Ordini (fascisti) dei medici.
Sono dell’idea che si debbano oggettivamente fissare degli standard sanitari, magari guardando a cosa accade in altri paesi. Questi standard dovrebbero riguardare diversi fattori come posti letto, tempo di attesa per un esame, distanza degli ospedali, tempo di attesa al pronto soccorso, ecc. Fatto questo il governo dovrebbe dire “possiamo rispettare questi standard” oppure ” non possiamo rispettare questi standard”. Nel primo caso immediatamente mettere in atto provvedimenti necessari ” a parità di costi”, nel secondo caso privatizzare il tutto e rendere il costo sostenuto per l’assicurazione sanitaria una diminuzione del debito d’imposta oppure abbassare le imposte in proporzione a quanto era destinato alla sanità.
Milletrecento euro l’anno sono cento euro al mese, meno della metà delle trattenute in busta paga relative alle spese sanitarie; in quelle buste paga degli operai che l’intellettualame nostrano dice di voler proteggere contro i cattivi aspiranti privatizzatori. Il motivo di questa cifra? Perché le assicurazioni pagano l’imposta sul vaolre aggiunto, altrimenti l’onere sarebbe ancora più basso. Se poi non esistessero nemmeno le imposte sul reddito, non solo avremmo un ulteriore abbassamento ma le stesse buste paga sarebbero più alte (in quanto non gravate da imposte) con la conseguente facilità di spesa per un’assicurazione sanitaria. E’ per questo che la sinistra non vuole: è sempre stata storicamente la peggiore nemica delle classi più deboli. Solo che troppi appartenenti a queste ultime, continuano a non accorgersene.