de IL POLENTONE
“Quando affermo che il Veneto mantiene gran parte d’Italia dico una cosa ovvia, anche se molti la guardano con sospetto quasi fosse una colpa. E i dati sulla produzione del solo settore artigiano lo dimostrano: valgono quasi un quarto dell’export del comparto nazionale, con una crescita del 3,8 per cento in un anno nonostante tasse e burocrazia asfissianti. Sono dei veri eroi e li ringrazio per il loro coraggio e il loro lavoro”. Sapete chi ha pronunciato questa frase?
La stessa persona che ha pronunciato questa: “Se fossimo in difficoltà, l’unica soluzione potrebbe essere una tassa di scopo, ma prima vorrei una risposta da parte del governo. Certo, sarebbe una sconfitta dover applicare una tassa di scopo”.
Costui è la persona che dovrebbe condurre il Veneto all’indipendenza, secondo qualcuno, quel Veneto che ogni anno lascia a Roma qualcosa come 20 miliardi di euro di residuo fiscale, quel Veneto che vanta il poco nobile primato di record di suicidi fra gli imprenditori, quel Veneto che continuerà a vedersi sottratte risorse, ma che in cambio dagli ultimi governi – Renzi compreso – s’è visto solo aumentare tasse e pressione fiscale.
E quale sarebbe la soluzione per rimediare ai danni del tornado abbattutosi sulla Riviera del Brenta? Una tassa di scopo, del tipo un aumento sulle accise della benzina. Possibilmente, di quelle che chiamano “una tantum” e che poi restano “semper”, tipo quella per il terremoto dell’Irpinia. Massì, tanto i veneti per gli italiani (e i Toscani) sono solo degli “ubriaconi”, ai quali piace essere generosi.
Zaia si dimostra ogni giorno di più perfettamente allineato con roma. L’ultima idiozia: tassare noi perché i soldi per gli sfortunati della Riviera non ci sono, roma deve prima salvare gli sprechi enormi suoi e del meridione.