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Schlein e Conte… A proposito di parassiti!

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di MATTEO CORSINI

Non vanno d’accordo su molte cose nel cosiddetto campo largo (dove la larghezza indica la misura del socialismo dato dalla somma delle proposte delle parti in causa), ma quando si tratta di tassare pare di sì. E allora, in nome dell’equità, avanti con ana tassa patrimoniale sulle grandi ricchezze a livello Ue o internazionale. Ovviamente sulle grandi ricchezze. Che però, poi, quando si scrivono i testi legislativi, tanto grandi finiscono per non essere.

“Non c’è dubbio che occorra un sistema più equo per quanto riguarda la tassazione. Non possiamo permettere una ricchezza concentrata in mano a pochi e peraltro spesso parassitaria, che viaggia sulle reti e in qualsiasi momento può trasferirsi in ordinamenti nazionali più convenienti. Ecco perché la patrimoniale va fatta a livello globale, o quantomeno europeo. È un problema non solo di equità fiscale, ma di qualità della nostra democrazia”. Parole di Giuseppe Conte, presidente del M5S e già autodefinitosi Avvocato del popolo quando fu voluto da Beppe Grillo alla guida del primo governo trainato dal movimento (lo stesso Grillo poco fa defenestrato da Conte).

A parte la furia contro la concentrazione di ricchezza (ovviamente senza fornire ulteriori dettagli), interessante è che la definisca “spesso parassitaria”, guidando un movimento politico che ha istituzionalizzato i parassiti sia nella individuazione degli eletti, sia nelle elargizioni a nullafacenti che, contrariamente a quanto promesso quando fu istituito il reddito di cittadinanza, non sono poi approdati in massa al mercato del lavoro.

Dal PD è arrivata l’eco di Elly Schlein, secondo la quale “non è un tabù un intervento sui grandi patrimoni, ma va fatto almeno a livello europeo”. Grandi quanto? ovviamente non è specificato. Giova però ricordare che in Italia, ancorché in questo caso si parli di reddito e non di patrimonio, ai fini Irpef si diventa di fatto ricchi superando i 30mila euro lordi annui.

Ma il punto di principio non riguarda la soglia di esenzione, bensì il fatto che si ritenga il patrimonio una fonte di gettito a piacere, di fatto rendendolo, da un punto di vista sostanziale, proprietà del soggetto tassatore, che decide tempo per tempo quanto lasciarne al soggetto che formalmente ne detiene la proprietà.

Ma cosa c’è di più parassitario di finanziare spese a favore delle proprie clientele politiche usando la tassazione?

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