di CARLO MELINA
Non ho firmato alcun contratto sociale, non ho votato alcuna costituzione, non ho chiesto né desiderato di vivere, a casa mia, sotto le leggi di uno stato, questo stato, che è uno dei più invadenti e illegittimi fra gli stati occidentali. Mal sopporto, combatto per quel che posso, sogno che venga disintegrato, ma inevitabilmente lo subisco e lo mantengo.
Magari in ritardo, ma pago le tasse. Sbuffando, mi accodo all'ufficio postale. Imprecando, beneficio, si fa per dire, dei servizi che ricevo, in regime di monopolio, in cambio dell'estorsione sistematica delle mie proprietà. E, soprattutto, concedo ai suoi rappresentanti, ossia alle persone che ha delegato perché abbiano a che fare con me e sbrighino le procedure di quello che Miglio chiamava “il momento esecutivo di ogni atto d'imperio”, di identificarmi, nonché, a loro discrezione, di perquisirmi.
Per quell'ignavia e per quel servilismo che sono propri dei veneti moderni, orfani di una cultura sui
Comments are closed.