C’è chi dice no al referendum che potrebbe spezzare l’unità del Regno dopo 307 anni. E sono gli sportivi, non necessariamente scozzesi, la maggioranza dei quali invita gli elettori a non dare seguito al referendum per l’indipendenza voluto dal primo ministro Alex Salmond e che, in caso di successo dei secessionisti, potrebbe avere delle pesanti ripercussioni sul futuro dello sport del paese. Per dirne due, Rangers e Celtic dovrebbero dire addio a qualunque possibilità di giocare in Premier League, mentre la squadra olimpica scozzese rischierebbe di perdere il treno per Rio 2016 per mancanza di tempo utile a ratificare un nuovo Comitato Olimpico, avverte Sir Craig Reedie, vice presidente del Comitato Olimpico Internazionale. Non solo, anche la squadra inglese passerebbe i suoi bei guai, visto che si ritroverebbe senza numerosi elementi di spicco di origine scozzese e già vincitori in passato, come hanno ribadito le leggende olimpiche Sir Steve Redgrave (medaglia d’oro nel canottaggio dal 1984 al 2000) e la Baronessa Tanny Grey-Thompson (16 medaglie paralimpiche in carriera) in un comunicato congiunto allo “Scottish Daily Mail”, dove hanno salutato i successi sportivi brit degli ultimi anni“come qualcosa di assolutamente eccezionale”.
#BETTER TOGETHER, BECKHAM SI MOBILITA — Da qui la decisione di molti atleti di aderire allacampagna “Better Together” lanciata online e rilanciata nel modo social con una pagina su Facebook che ha già raccolto 202.887 “mi piace” e l’hashtag #bettertogether su Twitter . Campagna alla quale ha dato il suo cinguettante appoggio giusto domenica il tuffatore Tom Daley, ribadendo il suo amore equamente diviso fra Gran Bretagna e Scozia, mentre l’ex capitano della nazionale inglese di calcio,David Beckham, lo ha fatto lunedì con una lettera aperta sul sito degli organizzatori della mobilitazione anti-secessione, nella quale invita gli scozzesi “a rimanere nella grande famiglia del Regno Unito perché quello che ci unisce è molto più grande di quello che ci divide”.
FERGUSON E UN TOP TEAM PER IL “NO” — E restando nel calcio, a dire “Better Together” c’è anche un vero e proprio “Top Team”: è quello formato da ex leggende scozzesi (il solo calciatore ancora in attività è Barry Ferguson che milita nel Clyde) “onorate di rappresentare la nostra nazione nel mondo”, che esortano i connazionali patrioti “ad aiutarli a mantenere la Scozia nel Regno Unito“ e a dire “No, grazie” alla separazione. Lo stesso sentimento di unità espresso anche da Sir Alex Ferguson che, pur non rinnegando le sue fierissime radici scozzese, ha spiegato che il fatto di lavorare al di fuori del suo paese d’origine – come altri suoi 800mila connazionali – non lo fa sentire “uno che vive in una nazione straniera, ma solo che sta in un’altra parte della famiglia del Regno Unito“.
PEDALI CONTRARI — Anche il ciclismo pedala compatto sul fronte del “No” e se l’anno scorso fra i primi a schierarsi contro la secessione era stato Sir Chris Hoy, beccandosi del bigotto dai nazionalisti della Scozia, Sir Dave Brailsford, capo del Team Sky, è stato l’ultimo in ordine di tempo a lanciare un accorato appello “agli amici scozzesi” affinchè decidano “di votare NO alla secessione, per il bene dello sport”.
MURRAY NON VOTA, MA È PER IL SÌ — Più sfumata, invece, la posizione di Andy Murray, forse lo sportivo scozzese di cui più si è parlato negli ultimi anni visto lo storico successo a Wimbledon (prima volta di un atleta di casa dopo 77 anni): il tennista non ha infatti mai espresso la propria opinione sulla questione del referendum (forse perché non dovrà votare, visto che da tempo non è più residente in Scozia, come puntualizza Metro, ma, pur ammettendo di non aver gradito che il PM Salmond sventolasse la bandiera scozzese a Wimbledon dopo la sua vittoria, ha anche detto di essere pronto “a giocare per la Scozia e non più per la Gran Bretagna” nel caso in cui trionfassero gli indipendentisti. Ipotesi quest’ultima che nelle scorse settimane sembrava altamente improbabile, ma che gli ultimissimi sondaggi danno ora così sorprendentemente possibile da spingere lo sport a mobilitarsi contro la scissione.
Certo che con i soldi che gli danno i “suoi padroni” sarebbe disposto a dichiarare che la terra è quadrata.
e chissenefrega di Beckham e di tutti gli altri signor nessuno, ma figuriamoci se devo rinunciare all’indipendenza perchè senò non riesco ad allestire la squadra per le olimpiadi!!!! Ma chissenefrega delle olimpiadi!!!!!! è solo una delle tante scemenze che girano per fermare l’indipendenza, anche da noi c’è chi va in giro a dire, ma se la Padania diventasse indipendente come facciamo con la nazionale? Ma chissenfrega della statale italiana di calcio (statale non nazionale) ci faremo una nostra nazionale!!!!!!!! Punto.