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Scuola: arriva l’educazione finanziaria, ovvero la propaganda statalista

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di MATTEO CORSINI Con l'anno scolastico che sta per iniziare, dovrebbe debuttare l'insegnamento dell'educazione finanziaria. Al momento è previsto che sia inserita nelle ore di educazione civica. Considerando la scarsa alfabetizzazione finanziaria di molte persone, l'iniziativa parrebbe avere senso. I soldi sono pochi, però, e i primi a essere formati sono spesso gli insegnanti. Ovviamente la soluzione di fare progetti con la collaborazione di imprese del settore finanziario, che il personale in grado di insegnare ai ragazzi lo hanno in abbondanza, è vista come la kryptonite per Superman, sul presupposto che ne approfitterebbero per promuovere i propri servizi e prodotti. Detto che il potenziale conflitto di interessi potrebbe essere gestito abbastanza semplicemente, si suppone che debba essere invece totalmente obiettivo il proposito di far comprendere ai bambini della scuola primaria, a proposito di reddito, che "è necessario disporre di un reddito e che lo Stato, con le i
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2 COMMENTS

  1. Nel 1960 in prima elementare ricordo venne in classe un incaricato della locale cassa di risparmio.
    Si presentò e disse alla maestra che aveva un regalino per i bambini. Ad ognuno di noi fu regalato un salvadanaio in metallo con la sua chiavetta e venne consegnato anche un libretto di risparmio con 500 lire depositate in regalo dalla banca stessa.
    Si introduceva il concetto di risparmio, con tutto quello che ne consegue.
    Naturalmente l’incaricato disse alcune parole semplici, e la maestra completò il quadro.
    Ma le vere indicazioni , le vere informazioni, i veri suggerimenti, le storie di vita vissuta mi giunsero da mio padre e da mia zia. E tuttora non le dimentico. Ecco perchè io sono uno di quelli che capiscono perfettamente che un’economia sana è fondata sul risparmio. Una volta era ritenuta una nozione basilare , un atto di prudenza e intelligenza. Il risparmio era incentivato e premiato.
    Le cose sono molto cambiate, e se ne vedono i pessimi risultati. Dal risparmio al debito non è stato un buon affare.

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