L’hanno rifatto, di nuovo, anche quest’anno. È evidente che se capita solo una volta qualche anima bella può pensar che si tratti di un errore, può creder in buona fede che sia un pasticciaccio brutto del Ministero e si sa che a Roma in pasticciacci brutti se ne intendono. Ma se ogni anno è la stessa storia allora anche il più pistola tra i padani dovrebbe capire che non è un errore, ma è una strategia precisa.
Penso ai concorsi pubblici per insegnanti, ne avevo già parlato l’anno scorso, quando vi avevo ricordato che a Milano su 245 assunzioni a titolo definitivo per la scuola primaria, solo 4 sono stati i residenti in Lombardia ad essere assunti, 241 provenivano invece da altre provincie, di cui ben 116 siciliani, 54 campani, 21 pugliesi, 18 calabresi e in questa triste sorte i padani sono accomunati ai toscani visto che per la scuola d’infanzia a Lucca il primo residente si trovava alla posizione 162: insomma, che scemi questi padani e che scemi questi toscani! Quest’anno ci risiamo, la storia si ripete, solo che non c’è neppure certezza sui numeri: ad agosto hanno diffuso le prime stime, secondo il ministero si potrebbero trasferire in Padania dai 12 ai 14 mila insegnanti, secondo altre fonti si arriva a 20.000 docenti, stime più recenti hanno ridotto il numero di insegnanti meridionali in partenza a sole, si fa per dire, 7.000 unità. In ogni caso bene, ottimo, fantastico!
È un film già visto, è la solita vecchia storia secondo la quale i padani sono scemi e ignoranti, così che per insegnar qualcosa ai nostri figli dobbiamo attendere il salvifico arrivo di dotti dottori mediterranei che dispenseranno cultura a noi poveri trogloditi che ancora ci rechiamo al lavoro passando di liana in liana. Per lo meno questo è quanto dicono le graduatorie dello stato i-tagliano, anno dopo anno, però questa volta qualcosa è andato storto, la solita operazione coloniale a nostri danni si è inceppata.
Infatti mentre noi, novelli Fred Flinstone eravamo tutti intenti a scambiarci colpi di clava o a giocare con Dino, il nostro dinosauro di compagnia, le italiche truppe di colonizzazione scolastica quest’anno si sono ammutinate.
Dovete sapere che non parliamo di semplici supplenze, bensì di posti fissi, quindi non ci si sposta per pochi mesi con la speranza di ottenere quanto prima un trasferimento vicino casa, ma si rischia un trasloco definitivo. Inoltre i posti fissi sono assegnati per lo più a docenti di una certa età, con casa e famiglia al sud, che dovrebbero abbandonare per lunghi mesi e come se non bastasse, benchè la tv ve li descriva come precari, è bene spiegare che la maggior parte di loro beneficia già di una supplenza annuale garantita, ovvero 9 mesi di stipendio pieno, cui seguono 3 mesi di disoccupazione, ovvero un quasi stipendio per non far nulla: ma chi glielo fa fare di andare al nord? Così è partita la rivolta, spalleggiata da campagne televisive e di stampa imbarazzanti, volte a difendere questi “poveri precari” appena stabilizzati, descritti come vittime, costretti, testuali parole, all’emigrazione forzata, alla deportazione… neppure la Padania fosse un lager!
Come nella migliore tradizione mediterranea al piagnisteo si accompagna la supplica e così i sindacati hanno chiesto la creazione di ulteriori posti al sud, “circa 10.000 posti di organico potenziato per il sud del Paese”. Che cavolo è l’organico potenziato? Ovviamente lo stato i-tagliano, che tutela sempre le sue truppe di occupazione, ha già concesso la deroga di un anno, ovvero possono restare assegnatari del posto fisso al nord e allo stesso tempo rimanere comunque a lavorare al sud per un altro anno, insomma il trasferimento è rimandato all’anno prossimo.
Vi pongo una domanda, ma quando mai lo stato i-tagliano è intervenuto tempestivamente per evitarvi di fare una strada, di spendere dei soldi, di vivere un disagio piccolo o grande che sia? Quando? Ditemi, voi trogloditi padani figli di un Dio minore, ditemi quando lo stato i-tagliano ha risolto un vostro problema, per di più nel giro di un mese? La cosa ancor più assurda è che per noi padani, comunque la si guardi finisce male, dobbiamo infatti scegliere se preferiamo ospitare anche quest’anno qualche migliaio di insegnanti meridionali in più a discapito dei nostri giovani in graduatoria, oppure se preferiamo pagare il conto di qualche ulteriore migliaio di posti creati al Sud a colpi di bacchetta magica… e state tranquilli che Maga Magò è già stata chiamata!
Infine se avete cura di analizzare per bene la situazione vi rendete conto che in tutta la vicenda c’è solo e soltanto il punto di vista i-tagliano e meridionale: c’è infatti lo stato che manda le sue truppe di occupazione, che come sempre assegna punteggi di favore ai meridionali e poi ci sono i meridionali che pur essendo platealmente privilegiati e spudoratamente favoriti si lamentano parlando di emigrazione forzata e di deportazione.
Nessuno che si renda conto di come stanno in realtà le cose, nessuno che racconti anche il nostro punto di vista: ogni anno ci vediamo colonizzare, ogni anno ci vediamo superare nelle graduatorie e per sapere se c’è un posto che avanza dobbiamo attendere di sapere cosa faranno i 58 candidati meridionali che in graduatoria ci precedono sempre e comunque. Sia chiaro che chi protesta, come me, è persino razzista!
Io capisco che trasferirsi a 50 anni lontano da casa e dalla famiglia sia un problema, ma diciamoci la verità, la stragrande maggioranza dei docenti deportati quel posto lontano da casa non lo dovrebbero neppure avere, questo è il problema, perché è il frutto di graduatorie truccate, quindi peggio per loro se per una volta il colossale imbroglio delle graduatorie si è ritorto contro chi l’ha organizzato e contro chi ne ha sempre beneficiato a nostro danno. Questa volta nel pasticciaccio brutto ci sono restati invischiati anche loro, una volta tanto l’i-taglia ci regala un sorriso, ma non vi illudete è una gioia breve, presto sistemeranno tutto e come al solito lo faranno a spese nostre. Evidentemente per noi l’unica soluzione rimane la secessione! Padania libera… anche dai pasticciacci brutti!