di DIANA CERIANI
Potrebbe sembrare una provocazione, forse esagerata, ma di sicuro esaspero un fenomeno che nessuno può negare: la scomparsa neanche troppo graduale delle tradizioni che caratterizzano le feste popolari della nostra terra. Sembra di poco conto. Vero, ci sono molte cose più importanti a cui pensare: la crescita economica, i problemi lavorativi, i disagi famigliari, l’inquinamento, la criminalità... ma ragioniamo... E se tutto questo fosse dovuto ad una “crescita” (che io chiamerei più arretratezza di valori) spasmodica che sta spazzando via le certezze dei popoli?
Sembreranno cose futili, sostituibili con altre futilità, ma le TRADIZIONI E I RITI sono stati modellati sulla storia e le esigenze delle popolazioni abitanti una terra con le sue caratteristiche: ciò che da, ciò che chiede. Sono scambi di amore che si ripetono con precisione ciclica e che hanno come protagonisti i prodotti sudati della terra stessa: i pessit de Sant’Antoni, ad esempio, son
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