di ROMANO BRACALINI
Il 5 maggio 2010 il settimanale britannico The Economist, che a differenza delle nostre gazzette, ha fama di non tacere le verità scomode e impopolari, ridisegnò la cartina d’Europa per riunire i vari paesi, o parte di essi, in un ordine più omogeneo e coerente. In questa nuova mappa, l’Italia settentrionale avrebbe dovuto far parte di una Confederazione del Nord, insieme ad altri paesi (Francia, Germania, Austria, ossia l’Europa economicamente più forte); l’Italia meridionale, da Roma in giù, veniva separata e riunita alla Sicilia, così da formare un redivivo “Regno delle Due Sicilie”, soprannominato, con appropriato termine semantico, ”Bordello” (in italiano nel testo), apparentato al marasma greco in una unione monetaria più debole.
Il quadro era meno fantapolitico di quanto si credesse. Perché la divisione del Centro-Nord e del Sud Italia in due stati distinti (sul modello belga, tanto per cominciare) sarà, prima o poi, inevitabi
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