di PAOLO L. BERNARDINI
Accendo la radio in auto sulla A4, la spina dorsale luminosa dell’Italia produttiva. La Sardegna va al voto. Se guardo gli interventi sulla Sardegna sul Miglioverde, ebbene l’ultimo sembra essere il mio, del 2019. Non interessa più? Nel 2016 la Murgia, sedicente indipendentista, suscitò il mio interesse. Era indipendentista, o no? Non so. Non lo ho mai davvero capito, forse per mia deficienza cognitiva. A questo punto non importa più stabilirlo. De mortuis nisi bonum. Intanto volano tutti a cercare di spartirsi il bottino sardo i leader dei partiti italiani. La Sardegna ha perso tutta la possibile dignità? Ogni speranza? La Sardegna vagola con reddito medio di 16,000 euro annui, nel 2022, ovvero il 76% della media nazionale. Il che non vuol dire che la Sardegna sia davvero povera, significa che l’Italia sta scivolando nella miseria assoluta.
Esistono ancora gli indipendentisti sardi? Vorrei saperlo. Se la Sardegna fosse libera, ci andrebbe tutto il mondo:
- Zero accise sui carburanti: ci andrebbero tutti i diportisti d’Europa;
- Pensioni non tassate: ci andrebbero tutti i pensionati d’Europa;
- Liberalizzazione di ogni cosa, stile Argentina: diventa Dubai;
- Tasse sulla casa annullata: venderebbero perfino la villa di Silvio buonanima a 500 milioni quanto chiede la famiglia;
- Tanti tanti altri provvedimenti per liberalizzare una terra liberata.
Perché tanto ottimismo?
Perché? Perché la Sardegna è terra splendida, meravigliosa, unica al mondo. Con produzioni agricole sofisticatissime, vini ottimi, allevamenti perfino di struzzi, e poi si sa le spiagge splendide. Altro che Algarve dove l’Atlantico congela i vecchietti italici che vanno al bagno e stanno lì per sfuggire la falce della tassazione tricolorita. Le persone, vecchi e giovani, donne e uomini, vanno in cerca di luoghi piacevoli per vivere, crescere, studiare, lavorare, morire.
Ma così non è, per cui una squallida, ignorante oligarchia domina da decenni su di una popolazione sempre più impoverita, temo anche culturalmente, visto che l’indipendenza mi pare la coltivino pochi. Forse. Vorrei essere smentito.
La Sardegna indipendente sarebbe una gemma in un mare sempre più torbido. Una perla nell’azzurro infinito. Un modello per far rinascere tutto il Mediterraneo, una Malta in scala infinitamente maggiore, una Cipro molto più bella. Invece è un bottino per orrendi avvoltoi peninsulari, aiutati dalle quinte colonne locali. Un popolo di rassegnati. Mesti. Un peccato che i giovani non sposino la causa indipendentista. E’ anche vero che i giovani sardi, spesso molto svegli e intelligenti, vanno a cercare fortuna altrove. Da tanto tempo è così.
Un peccato, un’occasione sprecata. Ma prima o poi un leader indipendentista farà ritorno, o almeno lo spero. Quell’isola malinconicamente languente, splendida da far paura, dovrà risorgere, prima o poi.
I corsi sono indipendentisti assai più risoluti dei sardi, ma anche usando il tritolo non sono andati da nessuna parte.