di SERGIO SALVI
L'Italia (o, meglio, l'idea dell'Italia) proprio non “tiene”. Da qualsiasi parte la si sbirci, ci vengono incontro crepe, spiragli, varchi, addirittura voragini. Eugenio Montale diceva della storia che “non si snoda/come una catena/di anelli ininterrotta./In ogni caso/molti anelli non tengono”. Forse la storia non esiste. È soltanto una costruzione (abusiva) degli storici. Forse (probabilmente) l'Italia non esiste.
Non basta la fede (e non bastano nemmeno le opere) perché un’entità immaginaria divenga reale anche se è stata immaginata per qualche secolo con indubbio fervore fino all'istituzione in suo nome di uno Stato fornito di tutti i crismi previsti dal diritto internazionale (anche se dotato di scarso carisma).
Probabilmente, ci si accorge che l'Italia non c'è proprio perché c'è “questo” Stato che si definisce, in maniera allo stesso tempo ingenua e sfrontata, come “italiano”: nato nel 1861 per raccogliere entro i propri confini du
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