di MARIETTO CERNEAZ
Nel XXI secolo, siamo ancora in balia delle teorie folli, ma soprattutto fallaci, dell’autore della “Teoria generale dell’occupazione, dell’interesse, della moneta”, scritto nel 1936 e pensato – come da prefazione all’edizione tedesca, come manuale d’uso per le dittature.
Hunter Lewis: citando William H. Hutt sulla piena occupazione ha dichiarato:
- “Nel suo Theory of Idle Resources, Hutt demolisce anche la premessa iniziale del pensiero di Keynes: dovremmo desiderare una condizione permanente di piena occupazione. Non solo la piena occupazione non è definibile; non è nemmeno auspicabile. Una breve riflessione mostrerà la verità di questa affermazione. Affinché possa crescere, l’economia deve cambiare. Affinché possa cambiare, gli asset ed i lavoratori devono essere spostati da dove sono meno necessari (meno produttività) verso dove sono più necessari (più produttività). Questi cambiamenti produrranno inevitabilmente disoccupazione temporanea. Se non ci fosse mai stata disoccupazione, e quindi nessun cambiamento economico, vivremmo ancora tutti nelle caverne, e ce ne sarebbero molti meno di noi, perché caccia e raccolta supporterebbero solo una piccola frazione della popolazione attuale”.
E, ancora, Hunter Lewis:
- “Questo ci porta al concetto cruciale di Hutt sul rapporto di lavoro non ottimale, non pienamente risolto in questo libro, ma un contributo fondamentale per il pensiero economico. L’intervento del governo per stimolare l’economia e aumentare l’occupazione non solo riduce l’occupazione nel lungo periodo, ma crea un enorme quantità di “lavoro non ottimale”: incapacita le persone a trovare il lavoro per cui sono più adatte”.
Quando mai lo capiranno quegli economisti falliti alla Mario Draghi, arricchitisi solo grazie ai denari dei contribuenti e al debito che finisce sul groppone delle generazioni future?