Ogni volta che si verifica un evento tragico c’è una costante: l’invocazione di una nuova legge o dell’istituzione di un nuovo apparato statale. Come se la soluzione a deficienze di un sistema incrostato di soggetti pubblici di cui nessuno riesce a fare un conteggio anche solo approssimativo fosse quella di introdurre un nuovo baraccone.
Questa volta ci ha pensato il ministro dell’ambiente, Gian Luca Galletti, il quale, dopo quanto accaduto a Livorno nei giorni scorsi, ha dichiarato: “serve un centro meteo nazionale” che con “delle linee guida nazionali rafforzerebbe il sistema”. Di sicuro rafforzerebbe i ranghi dei dipendenti della pubblica amministrazione, perché suppongo che questo nuovo centro non sarebbe sostitutivo di quelli regionali, ma si sovrapporrebbe agli stessi.
Il fatto è che lo Stato non ha la sfera di cristallo, quindi non vi è nessuna base scientifica per sostenere che le previsioni meteo sarebbero più accurate se svolte a livello centralizzato. Né che le previsioni meteo debbano essere effettuate da una struttura pagata dai cosiddetti contribuenti invece che essere una qualsiasi attività di mercato.
Ma il meccanismo è sempre lo stesso: se qualcosa non va come vorrebbe il governante di turno si parla di necessità di intervento pubblico per rimediare a un fallimento del mercato. E quando il fallimento (o presunto tale) è palesemente di altri soggetti per lo più pubblici, invece che dare più spazio al mercato si invoca ancora più Stato. Se non è folli questa…
Quando è successa la tragedia a Livorno c’era l’allerta arancione in compeno c’era quella rossa nella Liguria centrale, in liguria hanno bloccato tutto (con danno economico) e a Livorno ci sono stati i morti. E’ evidente l’errore, non so se è generale o come succede in Italia, sono stati assunti dei raccomandati a far le previsioni.
Esistono società private di meterologia, che quindi non dovrebbero assumere incompetenti, eppure anche loro tendono a fare “constatazioni” e non previsioni meteo, nel senso che se guardo le loro previsioni alla sera (meno di 24 ore!!!) dicono una cosa, al mattino dicono la stessa cosa, dopo le 9 (ora di aprire gli uffici della Società…) le previsioni cambiano e finalmente le azzeccano (constatazioni, nel senso che ti dicono quel che vedono dalla finestra). Eppure i contadini ed i montanari avevano un mucchio di proverbi o accortezze per fare previsioni giuste, ne andava del raccolto. Detto questo è evidente che o sia impossibile fare previsioni meteo affidabili, in tal caso gli amministratori locali sono senza colpa in caso di disastro, ma occorre capire se è per colpa del clima impazzito o di metereologi incompetenti oppure se si può finalmente tornare alla competenza, nella seconda guerra mondiale con le rpevisioni meteo decidevano le campagne militari….