di MATTEO CORSINI
Secondo Roberta Metsola, nell’ambito della transizione green il “punto fondamentale è che non dovremmo essere costretti a finanziare regimi autocratici. Quelli che fanno piovere bombe su civili innocenti. Quelli che ignorano il sistema basato sulle regole che abbiamo faticosamente creato. Per essere più specifici, nel definire e comporre il portafoglio di paesi di cui avremo bisogno per affrontare e superare la crisi energetica che viviamo, guardando ad un futuro di progressiva autonomia produttiva, dobbiamo, ad esempio, cercare di ridurre la dipendenza dalla Cina per materie prime critiche, batterie e pannelli solari, e di ridurre le importazioni di gas naturale liquefatto dal Qatar.”
Se uno non sapesse che questa signora presiede il Parlamento europeo, potrebbe supporre che abbia trascorso gli ultimi anni su Marte.
Che si andasse verso una dipendenza dalla Cina per materie prime critiche, batterie e pannelli solari, per esempio, avrebbe dovuto essere evidente a chiunque quando, guidati dagli eco–talebani socialisteggianti, si è varato il cosiddetto Green Deal, ignorando le posizioni dei settori produttivi e adulando Greta Thunberg come se fosse una dea bambina.
Che poi la produzione di pannelli solari cinesi e di batterie non sia neppure lontanamente conforme agli standard ESG che devono essere rispettati nel Vecchio Continente, pare essere un dettaglio per i nostri ecotalebani.
Sta di fatto che se il Green Deal non sarà pesantemente rivisto dalla prossima Commissione e legislatura europea, lamentarsi per la dipendenza dalla Cina e altre autocrazie sarà null’altro che ipocrisia.
Basta produrle noi, le batterie, se questo è il problema, dato che il litio non è affatto monopolio cinese. Impariamo invece dalla grande Cina che il futuro della ricarica è lo swap.
https://www.youtube.com/watch?v=anXQfRuAkZw
lo sanno tutti che sulle batterie il monopolio cinese supera il 90% della produzione mondiale… e la batteria in una elettrica incide sulla metà dei costi dell’auto
sul FV qualcosa si produce anche in EU, Giappone e Corea ma materiale spesso made in Cina