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Prima si lamentavano dei prezzi che aumentavano, ora che diminuiscono

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deflazionedi MATTEO CORSINI

“Una bruttissima notizia quella sulla deflazione perché è il sintomo più evidente che qualcosa non sta funzionando in Italia e che la tanto attesa ripresa economica stenta a decollare”. Carlo Rienzi è presidente del Codacons, associazione di consumatori che, un giorno sì e l’altro pure, intasa i tribunali (amministrativi e non) di tutta Italia con esposti di ogni tipo. Questa volta ha commentato l’ultimo dato sull’andamento dei prezzi al consumo, in diminuzione dello 0,2-0,3%, a seconda dell’indice preso in considerazione.

Ogni volta che viene pubblicato il dato mensile sull’andamento dei prezzi al consumo (nel mainstream identificato con l’inflazione), Codacons, al pari di altre associazioni di consumatori, manda alle agenzie di stampa una nota di commento. Fino a un paio di anni fa si era soliti leggere di “stangate” a carico delle famiglie. Per esempio, ad aprile 2014, pur a fronte di un dato in discesa e attestatosi allo 0,4%, il Codacons affermava che “questa bassa inflazione, tradotta in cifre, equivale, in termini di aumento del costo della vita, ad una tassa annua pari a 134 euro per una famiglia di tre persone”.

Aggiungendo, poi: “Quanto all’allarme deflazione, è decisamente infondato. La disinflazione non fa confusa con la deflazione”. Ma oggi pare che siamo vicini al baratro. Che qualcosa non funzioni in Italia, checché ne dicano Matteo Renzi e il suo entourage, è evidente (non da oggi, peraltro). Che la differenza tra una stangata e il baratro sia rappresentata da qualche decimale sopra o sotto lo zero nell’andamento di un indice dei prezzi al consumo, è evidentemente un’esagerazione.

In ogni caso, ciò che dovrebbe essere evidenziato è che l’andamento dei prezzi al consumo, quanto meno di quell’indice utilizzato (arbitrariamente) per misurare tale andamento, non è frutto di dinamiche non distorte di domanda e offerta, bensì risulta essere pesantemente condizionato da interventi di varia natura, soprattutto da parte di chi l’inflazione vera e propria la produce, ossia le banche centrali. Nei confronti delle quali non mi risulta si levino le lagnanze del Codacons.

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