Nei locali dell’ Auditorium San Mattia ai Crociferi di Palermo, centinaia di indipendentisti provenienti da tutta la Sicilia si sono ritrovati in occasione del primo incontro pubblico di Antudo organizzato per la presentazione ai siciliani e alle siciliane delle dieci tesi elaborate per delineare il manifesto fondativo, il panorama politico e culturale dentro il quale si andrà a sviluppare il nuovo progetto politico pensato per l’indipendenza della Sicilia.
Una serie di interventi hanno battuto il tempo di questo importante pomeriggio per tutti i siciliani: quadro della situazione politica nazionale e internazionale, presentazione delle 10 tesi, problematiche degli enti territoriali.
“Entro cinque anni faremo un referendum. Faremo un referendum per l’abolizione dell’articolo 1 dello Statuto speciale, quello che ci tiene dentro l’unità politica dello Stato Italiano. Faremo un referendum per l’indipendenza della Sicilia. Una domanda semplice: «Vuoi che la Sicilia sia indipendente»? Sì o No” afferma Luigi Sturniolo di Antudo (rete politica siciliana comunista-collettivista).
“Antudo – si legge in una nota dei promotori dell’incontro – è dunque l’espressione dell’Indipendenza della Sicilia contro la dipendenza dallo Stato Italiano e dal modello di sviluppo capitalistico che sull’Isola ha prodotto solo disoccupazione, precarietà, devastazione ambientale, emigrazione forzata. Si è poi fatto notare come, dentro questo quadro a tinte fosche, una larga parte dei Comuni siciliani siano in dissesto finanziario e incapaci di fornire servizi e cura ai cittadini, come il rientro dal debito imponga agli abitanti dell’isola un regime di austerità e di aumento ai massimi livelli dei tributi locali. Penuria di risorse da parte degli enti locali e mancanza di infrastrutture costituiscono un dispositivo politico e sociale che assume un carattere recessivo e disegna un futuro grigio per l’isola”.
“In un’epoca in cui il potere decisionale si sposta sempre più lontano dai luoghi su cui poi esercita il proprio controllo e si concentra nelle mani di pochissime istituzioni internazionali, diviene urgente rilanciare una politica che dal basso affermi la chiara e determinata volontà di decidere riguardo le sorti della propria terra” conclude Sturniolo.