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“Sicuri” ed “efficaci”? Disabili in aumento tra la popolazione lavoratrice

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di PIERGIORGIO MOLINARI

“Sicuri ed efficaci”: un paio di giorni fa avevo pubblicato un post nel quale si segnalava che la maggiore compagnia assicurativa svizzera, a partire dal 2021, aveva registrato un aumento di oltre il 100 per cento nel numero di persone assicurate che necessitano di farmaci antitumorali, chiedendomi cosa potesse essere mai accaduto nel 2021.

I soliti seguaci della scenzah (senza “i”, ma con l’“h”) avevano obiettato che poteva benissimo essere conseguenza del fatto che a causa della famosa epidemia, e relativa emergenza inventata, molti non avevano fatto i controlli o non erano stati curati tempestivamente, e quindi si erano ammalati. Nessuna correlazione, insomma.

Certamente: infatti ora arrivano i dati sul tasso di disabilità nella popolazione in età lavorativa negli Stati Uniti, dove si rileva che questo tasso, sempre a partire dal 2021, è schizzato verso l’alto di oltre il 40 per cento, e da allora non è più sceso. Insomma, dall’inizio del 2021 deve essere successo qualcosa che, oltre a far raddoppiare stabilmente il numero dei malati di cancro in Svizzera, ha anche fatto crescere del 40 per cento il numero dei disabili americani in tutte le fasce di età a partire dai 16 anni.

Nel grafico qui sotto, in blu è evidenziato come avrebbe dovuto proseguire il tasso di disabilità in base all’andamento precedente. Cosa potrebbe essere accaduto? Se non è il cambiamento climatico, forse l’islamofobia e l’omofobia patriarcale? Per fortuna, in Italia, stanno tutti bene: infatti non se ne parla affatto. (Da notare che per tutto il 2020, in piena “pandemia” ma senza certi famosi trattamenti “sicuri ed efficaci”, il tasso di disabilità USA era addirittura in calo. Grazie a Chance Giardiniere per la segnalazione).

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