di CRISTIAN MERLO
Vi è, tra le tante ma forse più delle altre, una tematica che, se da un lato, è sempre di stretta attualità, dall’altro, e da sempre, riveste il carattere della burletta all’italiana. Ovvero, una questione di cui si parla, di cui si discute, per cui si intavolano dibattiti e si propongono provvedimenti di abrogazione, ma che alla fine … è sempre lì, inamovibile, perché, come è nella migliore tradizione di questo sventurato paese di gattopardi, all’apparenza “tutto deve cambiare perché nulla cambi……”. Di cosa stiamo parlando?
Dell’abolizione della figura del sostituto d’imposta, per quanto riguarda, in particolar modo, le ritenute applicate alla fonte sui frutti del lavoro del lavoratore dipendente (del solo settore produttivo di mercato ovviamente, altrimenti saremmo costretti a parlare di una mera partita di giro contabile), che devono essere obbligatoriamente e generosamente collettate e veicolate nelle casse dell’erario, da
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