di MATTEO CORSINI
Essere coerenti e non cambiare idea tutti i giorni è a mio parere un pregio. A patto, però, che le idee non siano incompatibili con la realtà. Devo quindi riconoscere coerenza e continuità di idee al ministro Roberto (lasciate ogni) Speranza; peccato che perseveri nel fare affermazioni che, per quanto facilmente seguite da applausi, sono assurde e prendono a pugni la ineluttabile realtà.
Per esempio, quella che segue, evidentemente basata sull’assunzione implicita che non vi sia alcun vincolo di bilancio.
- “Dentro questa crisi drammatica della pandemia le persone in tutto il mondo hanno capito fino in fondo che i servizi sanitari nazionali sono davvero la cosa più importante che abbiamo e dobbiamo difenderli con ogni energia: per troppo tempo le tabelle dei nostri uffici di bilancio hanno deciso quanto diritto alla salute poteva essere tutelato. Io penso che sia arrivato il momento ovunque di rovesciare questo schema: non sono le tabelle a decidere ma è il diritto alla salute, inalienabile, a decidere cosa c’è scritto nelle tabelle di bilancio.”
Purtroppo nessun servizio sanitario sarà mai in grado di eliminare la morte, soprattutto quando riguarda persone che hanno superato l’aspettativa media di vita.
Ciò premesso, con buona pace di Speranza non sarebbe possibile, anche volendo, non avere alcun vincolo di bilancio. Ogni spesa può essere finanziata mediante debito o tasse (la monetizzazione è una tassa occulta). In Italia il punto di partenza non è rasoterra né per le tasse, né per il debito.
Probabilmente Speranza ritiene che il randello fiscale sia ancora utilizzabile per incrementare la spesa sanitaria, ma anche in quel caso non si potrebbe eliminare il vincolo di bilancio. Perché non si possono incassare con le tasse più risorse di quelle prodotte. E l’incentivo a produrle non aumenta di certo all’aumentare della tassazione, per quanto alcuni (pseudo) studiosi cerchino di dimostrare il contrario facendo abuso di correlazioni e cherry picking sui dati. Se non esistesse alcun vincolo di bilancio, ossia se non vi fosse scarsità di risorse, neppure avrebbe senso redigere bilanci, né avrebbe motivo di esistere la scienza economica.
Chiunque abbia cercato di rovesciare lo schema, come suggerito da Speranza, ha prima o poi sbattuto contro il muro della realtà. E’ successo spesso in America Latina, ma anche in Italia si è più volte arrivati sull’orlo del precipizio. Pare però che certe malattie pare non siano debellabili, neanche spendendo tanto.
Speriamo finisca in galera, per tutto il male che ha fatto.
Dovrebbe già esserlo, per strage di Stato
Ma dove l’hanno preso un cretino che pensa che rovesciando una sedia con le gambe in su, ci si siede in quattro?
L’Internazionale socialista ha uomini pronti per qualsiasi evenienza. Speranza è l’idiota perfetto che andava messo al posto giusto, nel momento giusto.