di MATTEO CORSINI
Nel corso del 2024 il volume dei crediti erogati per l’acquisto di automobili ha avuto un aumento del 4,6%, trainato dal mercato dell’usato e dalle persone under 30. Secondo Simone Capecchi, executive director di Crif, gli under 30 “stanno raggiungendo gli standard mondiali di rapporto con tutti gli strumenti di finanza personale, cresciuti moltissimo in Italia. Quindi, comprare un’auto con un finanziamento trova riscontro nel paniere di modernità che è dato dal boom delle app per i servizi finanziari”.
Più che modernità, io la chiamerei povertà. In sostanza, gli under 30 ricorrono in via crescente a un finanziamento per comprare un’auto usata. In linea teorica il ricorso al debito ha senso per finanziare un investimento quando il rendimento atteso dallo stesso supera il costo del debito. Ma quando ci si indebita per acquistare un bene di consumo (solo le automobili da collezione possono essere un investimento, e non è questo il caso in questione), significa ragionevolmente che non si riesce ad acquistarlo diversamente, neppure comprimendo altri consumi.
Questo è dovuto a una serie di concause. Senza pretesa di esaustività, una di queste è certamente il fatto che i giovani pagano la stagnazione della produttività ormai di lunga data, associata a una pretesa di mantenimento di un welfare state che non è compatibile con la composizione demografica e la (ridotta) dinamicità dell’economia italiana.
Un’altra è il progressivo rincaro delle automobili, in parte dovuto agli aumenti dei costi di produzione, a loro volta causati dalla abbondante inflazione degli anni di politiche monetarie ultra-espansive, e in parte a regole politicamente imposte in nome della sicurezza e della riduzione delle emissioni. Poi certo, se si vuole si può anche chiamare tutto questo modernità…
Da non sottovalutare e da ricordare, che questa emissione di prestiti è una creazione di denaro dal nulla da parte delle banche. Su questi prestiti le banche ci guadagnano con gli interessi ma non hanno preso veramente i soldi da una riserva esistente.
In altri tempi, anche solo per acquistarsi un paio di scarpe si mettevano da parte i soldi. No soldi, no scarpe. Era la società fondata sul risparmio. Oggi il potere rende di fatto molto difficile, se non addirittura disincentiva, il risparmio. Con tasse ed inflazione compie questo crimine contro la nostra libertà. E siamo giunti nella società fondata sul debito, in cui si acquista a rate tutto, scarpe comprese.
Prossimo step, la società fondata sul furto.
Più che povertà la chiamerei americanizzazione.