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Strage di capaci, nuovi scenari sulla morte di falcone

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di FRANCO CAGLIANI

L’Italia è il luogo in cui la giustizia è un optional e dal pozzo senza fondo dei misteri di Stato esce sempre qualche nuovo documento. L’ultimo, in ordine di tempo, lo pubblica Edoardo Montolli, che da un paio di giorni è in libreria con la sua dettagliata inchiesta sulla “strage di Capaci”.

La ricostruzione di quel massacro è al centro del libro “I diari di Falcone”, edito da Chiarelettere. In particolar modo viene evidenziata un’anomalia clamorosa nella dinamica dell’agguato. Tutti i pentiti sostennero infatti di aver pedinato l’auto che andava a prendere il giudice a Palermo negli ultimi quindici giorni e di aver scoperto così che Falcone scendeva a Palermo di sabato. A smentirli tutti quanti sono tuttavia le agende elettroniche del giudice, che entrarono e uscirono rapidamente dai processi sulla strage senza che venissero svolti ulteriori accertamenti: in esse si evidenziava come negli ultimi due mesi Falcone non fosse mai sceso a Palermo di sabato.

Come facevano allora i mafiosi a sapere dell’arrivo di Falcone in città? È quanto si chiede l’autore del volume, Edoardo Montolli, autore di diversi libri inchiesta. Due li ha dedicati alla strage di Erba: Il grande abbaglio (con Felice Manti, Aliberti 2008) e L’enigma di Erba (Rcs Periodici 2010). Ne Il caso Genchi (Aliberti 2009) ha raccontato i retroscena di numerose vicende politiche e giudiziarie degli ultimi trent’anni. Il suo sito è www.frontedelblog.it

Nel libro “I diari di Falcone” vengono ricostruiti fatti mai emersi sugli impegni del giudice e quanto gli accadde negli ultimi giorni di vita. In questa meticolosa inchiesta, l’autore mette in relazione fatti, testimonianze, appunti personali, e traccia un quadro inedito che apre nuovi scenari sulla morte del giudice, dimostrando come essa vada inserita all’interno di una più generale strategia di destabilizzazione che ha interessato il nostro paese alla fine della Prima repubblica.

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