di TONTOLO
C'è un uomo in carriera, da sempre, che è l'emblema del leghismo: Giacomo Stucchi, vice-segretario in pectore di Roberto Maroni. Tra tutti i quadri di partito è quello che più assomiglia al Trota, dato che la sua storia, nella società civile, nella vita reale insomma, è quella di un ragazzuolo senza arte né parte: nessuna professionalità, nessuna laurea, nessun impiego, nessuna idea degna di essere ricordata. Ha scritto anche un libro, peccato che glielo abbia scritto qualcun altro.
E' una specie di Rotondi delle camicie verdi, un democristo-leghista che ha fatto carriera nel Carroccio fottendo gli altri col sorriso sulla bocca, mentendo ad ogni pie' sospinto e dicendo sempre signorsì al capo, fino a quando quest'ultimo non ha cominciato a vacillare. A quel punto, vista la malparata, ha iniziato a riposizionarsi, passando dall'essere un "bossiano di ferro" a un "barbaro sognante in prima linea" nel tempo di un batter di ciglia.
Bergamasco, classe 1969, sgua
Comments are closed.