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Sudamerica, crisi nera in venezuela. a panama il pil cresce del +6%

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venezueladi FRANCO CAGLIANI

Le cure del socialismo del Terzo millennio, sono identiche a quelle del secondo: miseria a grappoli e libertà individuali messe sotto pressione, quando non annullate. Alla faccia di commentatori retrò tipo Giulietto Chiesa o Gianni Minà (ormai ridicoli nella loro difesa del comunismo), e de è vero che la matematica non è un’opinione, allora la crisi economica del Venezuela è tragica ed assume proporzioni sempre più preoccupanti.

Riporta la storica testata venezuelana “La Voce d’Italia”: “La Cepal ha corretto le stime per il Paese e prevede ora una contrazione del Pil pari al 3,5 per cento. A dicembre, l’organismo aveva proiettato la contrazione del Pil dell’1 per cento”. Non a caso, nei supermercati legati al governo, è stato schierato l’esercito per tenere a bada le rimostranze. Per la Cepal questa parte dell’emisfero americano, nel suo complesso, dovrebbe presentare una crescita piatta. Ovvero, pari allo zero per cento. Non sarà così, invece, per Centroamerica e Messico per il quale l’organismo prevede una crescita del 3,2 per cento. L’economia dei paesi dei Caraibi, nel loro complesso, dovrebbero crescere attorno all’1,9 per cento.

Intanto, la minor crescita dell’America Latina nel suo complesso, stando alla Cepal, è dovuta al rallentamento dell’economia brasiliana e al Pil “piatto” del Sudamerica. Nel 2015, stando alle proiezioni della Cepal, i paesi con la maggior crescita economica dovrebbero essere: Panama, con un incremento del Pil del 6 per cento; Antigua y Barbuda, con una crescita del 5,4 per cento e Bolivia, Nicaragua e Repubblica Domenicana con il Pil attorno al 5 per cento.

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