di MATTEO CORSINI
Il forte rincaro del costo dell’energia è un problema per molte imprese e famiglie. Le soluzioni poste a cui pensa il governo, però, rischiano solo di aggravare il problema. Si tratta, infatti, di fare altro deficit (che non è un pasto gratis), o di introdurre nuove tasse “mirate”.
Sostiene il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti: “Credo che sia opinione condivisa all’interno del governo che gli extra-profitti di coloro che, in relazione a questa situazione del tutto particolare, stanno registrando debbano in qualche modo contribuire alla fiscalità generale per permettere di intervenire nei confronti delle categorie più svantaggiate”.
In effetti quello sembra essere un orientamento condiviso, soprattutto dal M5S. Basterebbe, forse, ricordare l’esperienza della Robin Hood Tax o, più recentemente, alla maldestra intenzione di tassare gli extraprofitti da parte del governo (socialista) spagnolo, o gli effetit di certe prese di posizione del govenro francese, per accantonare il proposito.
Dubito, invece, che il proposito sarà accantonato. In Spagna il governo ha poi dovuto fare retromarcia e concordare (in pieno stile di corporativismo) con le imprese il contributo extra da parte di queste ultime. In Francia, la tosata al prezzo di mercato delle azioni EDF (controllata dallo Stato) dovrebbe aver fatto capire al governo che stava facendo Tafazzi.
La stessa cosa accadrà in Italia, temo. Perché pare che quando non si riesce a essere i peggiori, l’unica cosa da fare sia cercare di imitare i peggiori.
Giorgetti non ha mai capito un tubo. E’ uno statalista e leghista.
Due caratteristiche demenziali.
E’ anche molto peggio, umanamente parlando