Con il 58% tondo di consensi il Canton Ticino ha votato a favore dell’iniziativa che vuole dare la precedenza ai residenti nell’assegnazione dei posti di lavoro. Il referendum, denominato «Prima i nostri» era promosso dal partito della destra nazionalista Udc e dalla Lega dei Ticinesi. Il senso politico del risultato è l’insofferenza dell’elettorato ticinese nei confronti della crescente presenza di lavoratori provenienti dall’Italia (circa 62 mila) nel Cantone; il voto non avrà effetti pratici immediati e concreti dal momento che le leggi sul mercato del lavoro sono materia esclusiva del governo centrale di Berna; ma i pendolari provenienti da Lombardia e Piemonte che quotidianamente varcano il confine sono accusati di provocare un fenomeno di ribasso generalizzato dei salari. Il risultato del referendum e’ stato omogeneo in tutti i comuni del Ticino, con una punta del 60,4% a Lugano (centro dove è più massiccia la presenza di stranieri) e al contrario appena il 51% a Bellinzona, città lontana dal confine italo-elvetico.
Le reazioni politiche in Italia
Immediate le reazioni politiche dall’Italia; l’europarlamentare di Forza Italia Lara Comi ha chiesto che Bruxelles adotti immediatamente misure contro la Svizzera nel caso in cui dovessero verificarsi atti discriminatori nei confronti dei lavoratori italiani. Previsioni largamente rispettate nel referendum con il quale il Canton Ticino intende ostacolare la presenza di lavoratori italiani sul suo territorio.
Leggi sul lavoro
La vittoria dei«sì» non avrà comunque effetti pratici sul destino dei lavoratori italiani, In Svizzera, infatti, le leggi in materia di lavoro sono di competenza del governo centrale, non dei Cantoni; dunque dal Ticino è partito al massimo un messaggio di natura politica rivolto a Berna. Qui in settimana, tra l’altro, è stato votato un provvedimento piuttosto vago che prova a concedere una corsia preferenziale ai cittadini elvetici nell’assegnazione dei posti di lavoro, senza tuttavia suscitare le ire della Ue, con la quale gli elvetici hanno sottoscritto un accordo di libera circolazione. L’altro fattore che svuota di senso il referendum sono i dati economici: anche ad agosto il tasso di disoccupazione in Ticino si è attestato al 3,1%; dunque che gli italiani «rubino il lavoro» ai residenti appare una tesi non facile da sostenere.
(Fonte: Corriere della Sera)
Hanno ragione gli svizzeri.
E’ casa loro.
Serva d’esempio, positivo, a coloro che lasciano entrare milioni di immigrati clandestini, se lo capiscono.