di REDAZIONE
Un sistema tangentizio ben strutturato ma non collaudato al punto tale da essere impenetrabile: è quello scoperto dalla procura di Salerno che ha portato stamani all’arresto di cinque personaggi del mondo salernitano della politica e dell’imprenditoria, tutti implicati nel crac dello storico pastificio Antonio Amato, un fallimento da 100 milioni di euro. Ai domiciliari sono finiti Giuseppe Amato, 38 anni, amministratore di fatto della fallita Antonio Amato spa; Paolo Del Mese, ex deputato e sottosegretario alle partecipazioni statali nell’ultimo governo Andreotti (1989-1992) ed ex presidente della commissione Finanza della Camera ed attuale vicesegretario nazionale dei Popolari Udeur; il nipote Mario Del Mese, amministratore di fatto della Ifil C & D srl; Antonio Anastasio, consigliere provinciale e capogruppo alla provincia di Salerno del “PdL-Principe Arechi” e l’avvocato salernitano Simone Labonia, già presidente della società comunale di cartolari
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