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Timore brexit: quale il futuro per il ftse 100 e i listini europei?

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A pochi giorni dal voto sulla Brexit, la paura continua a dominare sugli investitori nel Regno Unito.

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Martedì l’indice FTSE 100 di Londra ha chiuso con un -2% scendendo sotto la soglia dei 6000 punti per la prima volta da Febbraio.

Sin dall’annuncio in merito al referendum sull’uscita del Regno Unito dalla UE, i mercati finanziari Britannici sono stati caratterizzati da un’estrema incertezza e volatilità. I recenti sondaggi sul risultato del voto non stanno di certo migliorando la situazione.

Se nei mesi scorsi i pronostici davano il popolo Britannico favorevole alla permanenza nella Comunità Europea, a poco più di una settimana dal voto si sta delineando una nuova tendenza.

Un sondaggio condotto da YouGov e pubblicato da The Times indica il voto a favore dell’uscita avanti di 7 punti. The Guardian ha commissionato lo stesso studio a ICM che ha indicato i favorevoli alla Brexit in vantaggio di 6 punti. Infine, il Daily Telegraph ha evidenziato come un ulteriore rilevamento da parte di ORB indichi uno scarto di un punto a favore dell’uscita.

Nonostante durante le scorse elezioni di Maggio i sondaggi britannici si siano rivelati alquanto inattendibili, questi dati hanno alimentato i timori sul risultato elettorale del prossimo 23 Giugno.

I mercati britannici, e a catena quelli europei, hanno immediatamente reagito a queste notizie mettendo a segno cinque giorni di cali consecutivi a conferma del fatto che le Borse mal sopportano le incertezze. E nel caso della Brexit le incertezze sono innumerevoli.

Effetti Della Brexit Sull’Indice FTSE 100

Il referendum sulla Brexit è una delle decisioni politiche ed economiche più importanti degli ultimi decenni e avrà sicuramente un impatto sull’economia del Regno Unito.
Gli effetti di un voto favorevole all Brexit sono difficili da prevedere perché ci si avventurerebbe in territorio inesplorato. Gli esperti del settore sembrano comunque concordare che gli effetti a breve termine saranno sicuramente negativi. Se a distanza di un paio di anni l’economia sarà migliore o peggiore è invece impossibile da prevedere.
Un fattore determinante nel valutare gli effetti della Brexit sull’indice FTSE 100 è la composizione delle società quotate che compongono il listino. E’ parere comune che le aziende di piccole e medie dimensioni saranno quelle più penalizzate. Queste aziende operano principalmente sul mercato interno e un’economia indebolita dall’uscita dalla UE avrà un impatto negativo sugli utili prodotti.
Totalmente diverso lo scenario per aziende più grandi che operano su mercati internazionali. I profitti vengono generati su mercati esteri e quindi i problemi interni al Paese non intaccano gli utili prodotti. Queste stesse aziende potrebbero anche trovare terreno fertile in un’eventuale voto a favore della Brexit e il prevedibile crollo della sterlina.
Nonostante il Governo britannico abbia evidenziato che la Brexit sarebbe dannosa per gli esportatori, in realtà la perdita di potere della sterlina durante gli scorsi mesi di incertezza ha già creato condizioni di mercato più favorevoli. Un’ulteriore crollo della sterlina favorirebbe ancora di più le esportazioni mettendo le aziende che operano sui mercati esteri nella condizione di aumentare gli utili e, di conseguenza, influenzare in maniera positiva l’indice FTSE 100.
Gli analisti di Capital Economics indicano che nel 1992, quando il Regno Unito decise di staccarsi dal Sistema Monetario Europeo, l’indice FTSE 100 ebbe un incremento del 20%.

A giocare un ruolo determinante per la performance dell’indice fu il significativo crollo della sterlina, situazione che difficilmente potrà ricrearsi oggi visto che il referendum non riguarda la moneta stessa ma gli accordi fra i componenti dell’Unione Europea.

Ripercussioni Della Brexit Sui Mercati Europei

Se il Regno Unito lasciasse la UE, come si ripercuoterebbe questo sull’economia degli altri Paesi Europei? Essendo il Regno Unito fra i cinque mercati più grandi al mondo, non c’è dubbio che l’Europa soffrirebbe per la sua perdita e, a detta di molti esperti, il vecchio continente potrebbe ripiombare nella crisi.

A tutt’oggi, l’incertezza continua a giocare un ruolo fondamentale sui listini delle Borse europee che cominciano a ritenere la Brexit possibile. Negli ultimi cinque giorni tutte le maggiori Borse hanno chiuso con forti cali. Solo nella giornata di martedì, l’indice FTSE MIB ha visto una chiusura a -2,1%.

Davide Biocchi, vincitore del premio Top Trader di Borsa Italiana ha affermato: “I mercati hanno paura dell’ignoto e la Brexit porrebbe molti punti interrogativi. In questo momento sono fragili con volumi molto bassi. Ma basta che salgono un po’, come accaduto venerdì, per mandare le Borse in tilt. Fino al referendum la volatilità aumenterà”. Il tutto fa presagire che la Brexit avrebbe ripercussioni altamente negative su tutti i listini Europei.

Nel frattempo, il dubbio sul futuro dell’Europa dopo il referendum del 23 Giugno continua a spingere gli operatori a misure precauzionali. Non a caso gli investitori stanno ripiegando sui Bund tedeschi nonché il più classico dei beni rifugio, l’oro, che ha visto un aumento del prezzo a +20% dall’inizio dell’anno.

Scritto da anyoption

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