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Toscana, discriminati gli insegnanti locali. il 100% vengono da fuori

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L’anno scolastico sta per iniziare e in seguito all’azzeramento degli effetti del blocco sulle graduatorie provinciali degli insegnanti precari, in Toscana si è assistito nuovamente ad una autentica “invasione” silenziosa, ma insidiosa, di insegnanti provenienti da alcuni territori dello Stato italiano, in particolare dal meridione . Come movimento identitario, indipendentista e difensore della nostra cultura e della nostra specificità toscana, riteniamo di dover denunciare questa situazione che comporta due tipi di problematiche.

Il primo problema è l’inaccettabile discriminazione degli insegnanti precari “toscani”, che sono scavalcati magicamente ed improvvisamente, dopo anni di sacrifici e di gavetta,  dai loro colleghi che provengono da zone in cui vengono rilasciati certificazioni, abilitazioni, diplomi e lauree in una maniera che, lasciatecelo dire, forse è eufemistico definire come “disinvolta”. E questo nonostante che al Meridione ci siano alcuni esempi d’eccellenza in campo formativo. Allo stesso modo sorgono anche domande e perplessità circa le modalità con cui vengono condotti i concorsi pubblici. Questo problema è aggravato ed amplificato dal fatto che molta parte di queste zone, per stessa ammissione del Ministero dell’Interno, sono endemicamente controllate dalla criminalità organizzata.

Nel 2014 l’assegnazione delle cattedre ad insegnanti provenienti dal Sud, o comunque da fuori Toscana, rasenta quasi il 100% del totale: ci chiediamo, e lo chiediamo al Ministero dell’Istruzione, se questo sia normale.

A fronte di questo regime “non dichiarato” di illegalità lo Stato centrale non riesce, o non vuole, dare risposta e si crea questa spiacevole situazione di attrito fra insegnanti locali toscani, o meglio, insegnanti che risiedono in Toscana (fra cui anche molti onesti meridionali che subiscono anche loro la concorrenza dei loro conterranei), e i nuovi soggetti che vengono proiettati avanti a tutti nelle graduatorie, senza alcuna spiegazione plausibile, come se gli insegnanti toscani fossero dei “minus habens” inferiori “razzialmente” ai loro colleghi toscana_statodi altre parti d’Italia. Abbiamo invece notizie di insegnanti di inglese che non sanno, o sanno poco, l’inglese, insegnanti di italiano che stentano a farsi capire dai propri studenti quando parlano perché si esprimono nel loro dialetto d’origine. E tutti provenienti da fuori Toscana e freschi di nomina. 

E qui sorge anche la seconda problematica : alcune di queste persone che arrivano in Toscana non sanno nulla di Toscana. La cultura e la preservazione della toscanità è molto importante, anzi cruciale, e non deve succedere più (come è accaduto in una scuola della cintura fiorentina) che ad una bambina è stato un brutto voto, ed un rimprovero, perché ha scritto, nel biglietto d’auguri natalizi, “Babbo” anziché “Papà” . Certo un episodio minore ma significativo della strafottenza, dell’ignoranza e del disprezzo per la nostra cultura che hanno alcuni insegnanti catapultati in Toscana, che può influenzare negativamente le nuove generazioni di “toscanini”.

A fronte di tutto questo il nostro movimento nelle prossime settimane inizierà una raccolta firme affinché anche in Toscana, come avviene dopotutto in SudTirolo, sia introdotta una legge regionale speciale che garantisca una sorta di “Proporzionale Etnica” nell’accesso al pubblico impiego che salvaguardi i residenti in Toscana .

Vogliamo modularla non legata all’appartenenza linguistica (obtorto collo stante lo scippo linguistico della nostra lingua effettuato dallo Stato unitario) ma legata ad un certo numero di anni di residenza in Toscana (almeno cinque) e legata ad una comprovata conoscenza, attraverso una prova scritta ed orale, della nostra cultura e della nostra storia. A chi possiede questi requisiti deve essere riservato almeno il 75% dei posti nel pubblico impiego, mentre il restante 25% potrà essere assegnato su base nazionale.

In attesa ovviamente dell’Indipendenza della Toscana, che garantirà il 100% dei posti pubblici ai cittadini toscani.

UFFICIO STAMPA

Toscana Stato per l’Indipendenza della Toscana www.toscanastato.org

(327/39.41.532)

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2 COMMENTS

  1. finchè anche voi continuate a cadere nel buonismo del “tra cui anche meridionali onesti” non si va da nessuna parte.
    Ficcatevelo ben in testa: questi vengono su tutti per fregarci.

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