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Tosi seppellisce la lega indipendentista. due leghe in una quanto potranno coesistere?

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di GIANLUCA MARCHI

salvini-tosi“Quanto scritto nello statuto fa parte di un momento della Lega ormai superato”. Di chi è la sentenza? Di Fabio Tosi, uno che nella Lega ci sta da 24 anni e che non ricopre certo un ruolo secondario, essendo il sindaco della più grande città amministrata dal Carroccio e segretario nazionale della Liga Veneta, sebbene il suo ruolo politico sia stato messo un po’ all’angolo dalla ascesa vertiginosa di Matteo Salvini.

Dunque, in una intervista rilasciata al Tempo, quotidiano di Roma, il sindaco di Verona – che domani si appresta con la sua Fondazione a tenere una manifestazione nella capitale a sostegno della candidatura per le Olimpiadi del 2024 – sembra mettere la pietra tombale sull’articolo 1 dello statuto di via Bellerio, quello che ancora stabilisce il raggiungimento dell’indipendenza della Padania come finalità del movimento. Tosi, per quello che lo riguarda, liquida la “ragione sociale” della Lega: da un certo punto di vista bisogna dargli atto di essersi sempre schierato per il federalismo, considerando impraticabili l’indipendenza e il secessionismo. E tuttavia non va taciuto che non si è fatto scrupoli nell’usare un partito a lungo secessionista per costruire la propria carriera. Ma questa pare essere stata una consuetudine, per non dire una cattiva abitudine, all’interno del movimento in tutta la stagione bossiana.

Dobbiamo allora concludere che la Lega abbia davvero chiuso definitivamente con il proprio passato? So che per molti, soprattutto anche fra i nostri lettori, questa viene considerata una domanda retorica, essendo costoro convinti che la Lega abbia abbandonato da tempo la strada dell’indipendenza della Padania e della secessione. E infatti questi leghisti nell’anima sono in gran parte fuori dal movimento. Tuttavia la vita di un partito è fatta anche di passaggi ufficiali, momenti, in genere congressi, in cui vengono annunciate e/o modificate le linee politiche di fondo. Nella Lega tale passaggio formalmente non è mai avvenuto, nel senso che l’indipendenza della Padania non è stata soppressa dal manifesto programmatico. Per il momento Salvini se la cava dicendo che oggi le priorità del Paese sono la crisi economica, il lavoro e l’emergenza immigrazione, dunque bisogna prima affrontare e risolvere questi problemi, poi ciascun popolo potrà decidere del proprio futuro. E in tale quadro si lancia nella trasformazione del movimento in un partito nazionale italiano, in ciò ricevendo il plauso e il sostegno della sua alleata forte, la francese Marine Le Pen, che tesse le sue lodi certificando che il successo salviniano sarebbe maturato dal momento dell’abbandono “dell’utopia padana”.

Il segretario federale continua così a procedere su un binario alquanto ambiguo: infatti non può convivere a lungo un movimento formalmente ancora indipendentista con un partito italiano. E’ una contraddizione in termini. Prima o poi il nodo dovrà essere sciolto: due Leghe così diverse in una non possono coesistere. Sarebbe un atto di lealtà verso i simpatizzanti e i militanti che credono nella Lega e che, nelle feste e nelle sezioni, ancora si infervorano e tripudiano davanti alla parola “secessione”. Qualcuno, prima o poi, dovrà dire loro se l’indipendenza della Padania è divenuta un ferrovecchio ormai da seppellire…

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5 COMMENTS

  1. La cosa più deprimente non è tanto a Lega quanto il fato che, a mio parere, se ne parla perchè, purtroppo, parlare di secessione-indipendenza è ormai roba da quattro sfigati in un bar …lontano da Milano centro.

    Lo dico non per spocchia, m per dare sfogo alla mia tristezza al riguardo.

  2. REDAZIONE: Ixè per Agorà di Rai3: Salvini aveva detto che avrebbe voluto conquistare anche il Sud Italia e sembra, quasi, esserci riuscito: il 14% degli elettori meridionali e delle isole, infatti, sarebbe disposto a votare Salvini; tuttavia una possibile “Lega Sud”, non avrebbe, però, lo stesso successo: il 59% degli intervistati dice, infatti, che non la voterebbe.

  3. Prima sarà cancellato l’articolo 1 della lega e prima i militanti e coloro restii a credere ad un involuzione di questo livello (molto basso) manderanno a quel paese il tricolorito Tosi che, magari potrà dedicare il tempo ad inventarsi un lavoro, ed il Salvini italianizzato e pappa e ciccia con la signora Le Pen. Cosa si arriva a fare ed a dire pur di garantirsi uno stipendio a fine mese…..

  4. “sarebbe un atto di lealtà verso i simpatizzanti e i militanti che credono nella Lega…”
    Carissimo Marchi un atto di lealtà lo si può chiedere a persone in grado di essere leali e coerenti, non credo che le persone indicate nel tuo articolo siano in grado di compiere un simile atto.
    La modifica e l’eventuale cancellazione dell’articolo 1° potrà avvenire solo dopo il consolidamento del consenso al sud, per sostituire quello zoccolo duro di militanti e votanti che permettono ancora oggi il mantenimento dell’apparato (poltrone).
    Dopo di che la metamorfosi del movimento che fu sarà completato, nel nuovo partito italiano di destra nazionale salvatrice di tutti i mali, tranne uno: la condizione di sfruttamento dei cittadini del nord.
    Meglio far subito chiarezza per non trascinare ad oltranza l’illusione di molti ancora, ma nel torbido non vi è chiarezza.
    In un partito che si profila così costruito immaginiamo come possano ben sguazzare personaggi ahinoi ben conosciuti, che della politica si son serviti, invece che servire i cittadini.

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