di CARLO MELINA
Chissà che lingua parla Giovanni Cernogoraz, medaglia d’oro nel tiro a volo? Nato a Capodistria trent’anni fa, vive a Cittanova d’Istria (Novigrad), ha la doppia cittadinanza (croata e italiana), è campione europeo di tiro a volo e oggi, a Londra, ha vinto l’oro. Secondo il Corriere della Sera, puntualissimo nel rivendicare l’italianità del medagliato, complice un articolo di Alberto Magnani, Cernogoraz parlerebbe, a casa dei genitori, la lingua di Dante.
Magnani, veronese, quindi veneto anche lui, benché forse dimentico di esserlo, poche righe più in basso si chiede quanti italiani ci siano sul podio, dato il secondo posto di Massimo Fabbrizi, che, cito “nella finale di Fossa olimpica ha ceduto il passo a Giovanni Cernogoraz”. Cernogoraz che, in virtù della sua doppia cittadinanza, per Magnani sarebbe, sotto sotto, italiano.
Considerazione non confermata che ha permesso all’articolista – a cui devo la santa colleganza imposta dall’ordine italiano dei giornalisti – di scrivere che l’istriano parla veneto, nel testo del suo articolo, ma anche italiano, nel sottotitolo. Che poi è quello che leggono tutti.
Nonostante a casa parli istroveneto e non italiano (come afferma il Piccolo). Nonostante l’Istria non sia mai stata italiana, ma solo veneta, per più di 500 anni, fatta salva la parentesi fascista fra la prima e la seconda guerra mondiale.
Già, perché Cittanova d’Istria, 4.300 abitanti, il 15 % dei quali parla, come Cernogoraz, l’istroveneto, fece parte della Serenissima Repubblica Veneta dal 1270 fino al 1797. Più di 500 anni, appunto. Un’era geologica rispetto ai 146 anni di un’unità, quella italiana, costruita a colpi di schioppo e di propaganda che non teme smentite.
Ecco perché, fuor di polemica, concedo al collega Magnani il benificio del dubbio, mi fido di lui e me frego di che lingua parli Cernogoraz. In fondo, la cosa che mi interessa, è che nel tiro a volo, specialità fossa olimpica, abbia perso l’Italia. Perché ogni volta che l’Italia perde, vince il Veneto. Quello vero.
Noto che l’autore si diverte a pubblicare falsi storici come al 4° capoverso (… l’Istria è stata solo Veneta…)
1) bisogna dimostrare l’eredità del Veneto attuale con la Serenissima, esattamente come gli italiani devono ancora dimostare di essere gli eredi dell’Impero Romano.
2) l’Istria del nord e l’Istria sud orientale non sono MAI appartenute alla Serenissima. Il granducato di Carniola scendeva dalla parte Nord Occidentale ed inglobava la principale sua città, Pisino, che fu occupata dalla Serenissima per nemmeno 150 anni.
Rifiuto il nazionalismo revanscista veneto esattamente come quello italiano.
L’istro veneto nasce dall’imposizione del veneziano sopra lo strato linguistico pre esistente, che nelle zone neo romanze dell’Istria, corrisponde all’istrioto, lingua ancora viva e di ceppo ladino, tanto che fino al 1800 veniva confusa come una variante Ladina da eminenti glottologi.
L’istrioto è sopravvissuto alla colonizzazione veneziana, non si è mai smesso di parlarlo in tutta l’area che inizia a nord di Rovigno e termina verso Pola, con notevole esensione all’interno. Ora l’istrioto è in forte ripresa perchè gli istriani, come tutti i popoli, sono interessati alle loro vere radici.
L’istrioto come tutte le koinè linguistiche usava già da tempo antichissimo, parole di altre lingue, come ad esempio vocabli di etimo slavo. Questi vocaboli sono sopavissuti anche nell’istro veneto, e tempo fa erano molto numerosi.
La colonizzazione veneziana fu eseguita integralmente sulla costa occidentale fino a nord di Pola, verso l’interno risaliva solamente le principali valli e vie di comunicazione.
Nella valle del Quieto ad esempio, la città di Montona è fortezza e tutte le città dell’interno sono fortificate, con i leoni marciani con il libro chiuso. Gli abitanti dell’Istria sono sempre stati servi dei veneziani. Loro abitavano nei loro palazzi nelle cittadine fortificate, i contadini sfruttati erano loro servi oppure dovevano dissodare i sassi in are più impervie che non interessavano allo sfruttamento coloniale.
I massimi confini della Serenissima terminavano a Barbana, tra Pola e il Canale d’Arsa. Da lì in poi e cioè su tutto il resto della costa nord orientale verso il Monte Maggiore, e proseguendo per Fiume fino quasi a Zara e su molte isole anche grandi come Lagosta e Pago, la Serenissima non ha mai messo piede.
In Istria ci sono 8-9 gruppi linguistici, tre di ceppo croato, due di ceppo sloveno, due di ceppo rumeno, l’Istrioto, l’Istro veneto e l’italiano. Sono ora estinti altri gruppi linguistici, come l’antico morlacco, l’ungherese che si parlava da Abbazia fino a Fiume ed altri.
A proposito di Giovanni Cernogoraz, suo padre è nativo di Budua, ora in Serbia. Nacque a Koper ed ora vive a Novigrad, tutte città che facevano parte della Yugoslavia, vero Stato multietnico perchè tutelava le lingue.
I suoi figli si chiamano Lenorad ed Eva, ma il piccolo è già stato nazionalizzato in “Leonardo”.
Cernogoraz afferma di parlare istro veneto in casa.
Ha la cittadinanza italiana grazie ad una legge berlusconiana che aveva l’intento si sobillare il revanscismo in Istria. E’ la stessa iniziativa che ha fatto indignare il mondo, riguardo all’Ungheria attuale, che si dice voglia alimentare l’irredentismo ungherese presso le sue minoranze all’estero.
In Croazia è viva la polemica verso i croati che scelgono le scuole italiane; sembra infatti che l’Italia tagli la sua Pubblica Istruzione solo dentro i confini ma non all’estero, ne consegue che le scuole italiane sono più ricche e danarose, e che diversi croati le scelgono, non ultimo motivo, per iscriversi alla minoranza italiana ed avere la doppia cittadinanza. Sono ancora vivi, diversi istriani che percepiscono la pensione sociale italiana, devolta a tutti gli istriani indistintamente, con probabili scopi di propaganda irredentista.
Altra notevole imprecisione è l’affermazione che l’Istria sarebbe stata italiana solo sotto il fascismo. Dal 1918 al 1922, il fascismo non c’era.
In Istria non è mai esistita una maggioranza, ne italofona nè venetofona. Ne sono testimoni i censimenti, compreso quello fascista taroccato dalla pulizie etniche del 1919 ed anni successivi.
Per concludere affermo invocando che cessi l’insopportabile nazionalismo revanscista che viene dalla vicina Repubblica italiana, sia esso di matrice neo fascista (Istria Italiana boja chi molla) sia della novella matrice veneta.
Lasciate in pace i territori multietnici.
Cernogoraz ha dedicato la sua medaglia d’oro all’altro illustre predecessore istriano, Mate Parlov. E quello non era di lingua madre italiana o istro veneta.
Lasciateli in pace, lasciate in pace tutti con il vostro insopporatabile nazionalismo. Che sia itailano, padano o veneto, per chi lo deve subire non cambia niente.
Giusto!
Budua però si trova in Montenegro, non in Serbia! 🙂
anche il cognome lo dice …
e smettetela
bravi voi e l’italia che ci ritroviamo
e se i vostri Stati erano superiori
chi dei vostri avi vi ha venduto allo stato canaglia e ladro
come tutti gli italici
bravi solo a parlare
Dan tu che lingua parli o credi di parlare. In italiano si scrive alquanto. Attaccato.
In Istria fino all’arrivo di Venezia (1200 circa) tutti parlavano l’istrioto (vedi Dante “De vulgari elequentia”), lingua romanza che è sopravissuta a Rovigno, Valle, Dignano, Gallesano e Sissano. Il resto degli abitanti, sia slavi che italiani, parlavano, fino all’esodo del dopoguerra, l’istroveneto. La maggioranza della popolazione istriana è stata italiana fino agli anni quaranta: Nella ex zona B, del Territorio Libero di Trieste, dove si trova Cittanova, la percentuale dei rimasti è più alta, perché lì le condizioni erano leggermente meno vessatorie, visto che la Jugoslavia ne aveva l’amministrazione e non la sovranità, fino al trattato di Osimo del 1975. E nel 1947 non ci fu il referendum prima dell’annessione jugoslava, perché la maggiorparte della popolazione istriana, slavi compresi, erano antijugoslavi.lEufemia Budicin
Ma nemmeno a Trieste ci fu alcun referendum, nè quando l’Italia è arrivata per la prima volta dopo il 1918, nè quando è tornata la seconda volta, provvisoriamente nel 1954, e definitivamente nel 1975. Nemmeno l’Italia aveva la sovranità sulla zona del TLT a lei affidata in amministrazione provvisoria dopo il 1954.
Inoltre se ti guardi i censimenti, compreso l’ultimo austriaco del 1910 e quello italiano del 1921, entrambi favorevoli agli italiani (anche se per diverse ragioni), si vede chiaramente che gli slavi erano in leggera maggioranza, anche se più analfabeti e quindi con minore impatto nella società. Se escludiamo gli sloveni, che abitavano solamente a settentrione, nel resto dell’Istria italiani e croati si equivalevano come numero, i primi maggioritari e spesso totali sulla costa, i secondi idem nel territorio interno, spesso anche subito “fuori dalle mura” delle cittadine costiere.
Inoltre dire che tutti sia “slavi” che italiani parlavano l’istroveneto è una esagerazione. Se escludiamo le cittadine costiere, dove non si sapeva il croato, e le campagne rurali molto interne, dove non si sapeva l’italiano, nel resto del territori la gente era di un misto incredibile, le lingue, quella italiana nella forma istroveneta e quella croata nella forma cakava, erano entrambe note, e difficile era definirsi questo o quell’altro. So di discendenti di gente istriana che vive a Trieste che nemmeno sa che i loro nonni andati via dall’Istria nel dopoguerra, sapevano anche la lingua croata ed anzi la utilizzavano magari di preferenza e comunemente, seppur solo tra le mura domestiche. La realtà è stata molto più sfaccettata di quella semplicistica che viene raccontata, che vede sempre negli altri i cattivi.
Confermo, i padri di eminenti esuli istriani e dalmati, impegnati in politica, parlavano perfettamente il croato. E non odiavano gli “slavi” come fanno i loro figli. Taccio i nomi, ovviamente, per riguardo nei confronti di bravissime persone ora scomparse.
Quante stupidaggini scrivono su “Il Piccolo”. Che giornalaccio! Messo lì a gettar veleno e nazionalismo ogni giorno! Dicono che i croati storpiano il suo cognome! Ma cavolo, è un cognome croato! Non è che sono gli italiani forse a non saperlo pronunciare correttamente?
Cernogoraz in croato significa “montenegrino” cioè abitante del Montenegro, si scrive “crnogorac” e si pronuncia “zernogoraz” con le “z” dure, la “e” appena accennata e l’accento sulla seconda “o”.
Bisogna stare attenti a non confondere “nazionalità” e “cittadinanza”.
La nazionalità è qualcosa di personale, mentre la cittadinanza è un puro dato legale, legato al passaporto di cui si è in possesso. In sintesi la nazionalità è una scelta, la cittadinanza no.
E l’Istria fu sì di Venezia fino al 1797, ma anche sotto Venezia era comunque abitata da genti di nazionalità diversa, nello specifico italiana (veneta se preferite), slovena e croata. Inoltre non dimentichiamoci che non tutta l’Istria era di Venezia, in quanto la parte interna e parte della costa orientale era austriaca da secoli. Nel 1797 anche la parte veneta passò all’Austria, che a questa rimase fino al suo crollo nel 1918.
Trovo tutta questa discussione sull’italianità degli olimpici al quanto puerile, da qualunque parte la si guardi.
Chi dice che parla veneto, chi spergiura italiano, la vocina che ti tira in ballo il dialetto di mezzo. L’unico modo per avere una voce definitiva sulla faccenda consiste nel chiedere al diretto interessato possibilmente in un’intervista pubblica dopo di che passare in rassegna amici e parenti onde assicurarsi l’unanimità sulla lingua parlata e che non si tratti di risposte di comodo.
Personalmente rimango dell’idea di quanto scrissi riguardo la Pellegrini: questi personaggi sono arrivati, hanno vinto, hanno successo e per loro le porte sono spalancate quindi non hanno bisogno, non sentono la necessità di impegolarsi in nessuna disfida territoriale di carattere nazionale.
La recente inchiesta letta proprio qui riguardo al fatto che la maggior parte degli olimpici sono militari assunti ed al servizio dello stato non fa che rafforzare il mio pensiero in proposito.
Dovremmo francamente smetterla di stare qui fermi a cercare dei totem, dei rappresentanti delle nostre ragioni e delle nostre idee soprattutto tra coloro che dall’attuale status quo hanno avuto solo da guadagnarci.
L’altro giorno c’era l’articolo su Zanardi che correrà con i colori del veneto.
Al principio m’era venuta in mente come battutaccia e ho pensato di risparmiarla a tutti ma a pensarci bene ho deciso di riportarla perchè, come ho detto, credo poco alla possibilità che un atleta olimpico, oramai arrivato e vincente, accetti di prendere in carico le speranza autonomiste di un territorio, anche se è il suo. Perchè Zanardi ha deciso di correre con i colori del veneto ? Per caso l’inps italiana gli ha levato la pensione dicendo che s’è nascosto le gambe dietro la schiena ? Si sono inventati di averlo visto correre senza rotelle ?
No, lasciateli in pace. E’ gente multilingue e multietnica, so che per voi è difficile da capire, ma provate ad immaginare una persona che ha 4 lingue madri tra i propri nonni, le consoce tutte alla perfezione ed è capace di pensare in tutte e 4.
Da noi risalendo tra gli avi, si possono trovare anche 5, 6 nazionalità diverse. Chiedere ad un multilingue se si sente più croato o itaiano, è come chiedere ad un bambino se vuol più bene alla mamma o al papà.
Lasciateli in pace, ora stanno elaborando una loro identità istriana e multietnica, specie i giovani hanno le palle piene del nazionalismo italiano, croato ed in parte sloveno. Stanno anche sorgendo partiti indipendentisti istriani.
anche se il cognome è slavo : vuol dire monte nero. però da quelle parti i cognomi spesso smentiscono la parlata : ci sono famiglie di cognome slavo che parlano istro-veneto e famiglie di cognome veneto (o addirittura italiano) che parlano croato o sloveno.
Ho tifato Cernogoraz dall’inizio
Capodistria xe istriana.
L’Istria xe stà venesiana e no veneta…xe diverso…
Le Venesie riva fin el Timavo secondo i storici. Capodistria xe deà del Timavo.
El Stato venesian ga avùo soto de lu anca tere fora dee Venesie come l’Istria, l’Orobia o ‘a Dalmasia, ma ‘e xe diventàe poiticamente(serte olte anca culturalmente) venesiane, ma no vol dir ke ‘e Venesie sia diventàe pi grande.
Le Venesie ga na so jeografia, e quéa ‘a resta.
“xe stà venesiana…” L’Istria mai, un “toco de Istria”.
“Le Venesie riva fin el Timavo secondo i storici.”
quai storici? I nazionalisti fassisti o i nazionalisti veneti? Provè a tornar, le trincee su l’Isonzo xe grandi e restaurade de recente.
…Strabone te comoda? A l’epoca gheva ncora da nasere i fasisti, i venetisti, i padanisti, etc…
Parlavo de jeografia, la poitica la go asà fora par no far nasere radeghi, ma se vede ke gnanca la jeografia te comoda