di MIRKO AFFIDATO
Oggi 10 febbraio 2021, è la giornata del ricordo in onore di tutte le vittime delle Foibe, un termine poco conosciuto dagli italiani, ma sul quale è giusto riflettere. Gli infoibati erano prevalentemente istriani (veneti) che si opponevano al regime comunista titino ma anche persone che non c’entravano nulla e che per caso erano cadute nelle maglie di una vendetta etnica che non guardava in faccia nessuno.
Così 10, 12 mila persone sono state fatte sparire dentro le foibe, cavità naturali presenti sul Carso, altipiani alle spalle di Trieste e dell’Istria. Dopo sevizie atroci, legati con il fil di ferro in una tragica catena umana, le vittime venivano spinte nelle cavità profonde anche 200 metri. Agonie impensabili, i più fortunati erano coloro i quali venivano fucilati prima.
Le Foibe sono state una tragedia negata per decenni, dimenticata dalle nazioni del blocco comunista e dai Paesi occidentali. Si può parlare di una pulizia etnica avvenuta in due fasi: nel ’43 dopo l’8 settembre e nel ’45 dopo la firma del trattato di pace di Parigi.
Ma, non va dimenticato neppure che anche da parte slovena e croata si possono raccontare storie altrettanto raccapriccianti di cosa ha fatto il Fascismo in quelle terre dopo la prima guerra mondiale.
La morale della storia è che tutte le vittime dello stupido nazionalismo vanno ricordate. C’è tanta retorica in chi vuole ricordare solo le vittime fasci-naziste e altrettanta retorica in chi ricorda con grande enfasi la tragedia delle foibe. In entrambi i casi ci si dimentica di condannare il vero male che sta alla base di queste tragedie e che è stato il nazionalismo-statalismo che nel giro degli ultimi 150-180 anni ha fatto cataste di morti, centinaia di milioni di morti. Qui si vuol ricordare – in questo giorno – proprio questa tragedia: il nazional-statalismo che ha ammorbato (e purtroppo ancora ammorba) le menti delle persone, a cui seguono sempre atroci azioni.