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Trasformare la lega in un partito tricolorito e’ negare l’essenza del movimento

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di GILBERTO ONETO

salvini1salvini2Salvini (giustamente dal suo punto di vista) intende cogliere tutti i vantaggi dalla favorevole contingenza politica cercando la massima esposizione mediatica e creando un contenitore per il consenso che può essere raccolto dal crollo di Berlusconi e di Grillo. Lo fa “annacquando” un po’ le asprezze del leghismo e inventandosi un inusitato leghismo sudista.

Questo disegno si basa su alcuni errori di valutazione che possono portare altrettanti pericoli.

Primo. Il compito di ogni movimento che sostenga idee forti e rivoluzionarie (come l’autodeterminazione e l’indipendentismo) è di convincere la maggioranza dei cittadini della bontà del suo progetto. Non sono ammesse scorciatoie, furbizie o compromessi. È la gente che va indotta ad acquistare il prodotto (soprattutto se è “forte”) e non il prodotto che si deve modificare in funzione dei desideri della gente. La libertà non è un dentifricio. La Lega non deve seguire Grillo, Berlusconi o Renzi nelle  loro trovate costruite sulla base delle indagini di mercato.

Secondo. Raccogliere il voto dei moderati, dei taja-medega, dei paolotti può essere temporaneamente conveniente ma non porta alcun vantaggio duraturo: tutti costoro si trovano male in un contenitore come la Lega e lo lasceranno appena qualcuno sventolerà loro davanti uno straccio democristiano, doroteo, socialdemocratico, rassicurante e politicamente corretto. La gente va convinta della necessità di un cambiamento radicale non che la Lega sia una cuccia più affettuosa e accogliente degli altri pastrocchi.

Terzo. Trasformare la Lega in un meccanismo nazionale significa negarne l’essenza stessa. L’autonomismo e l’indipendentismo nascono dalla presa di coscienza che l’unitarismo italiano sia la vera fonte di ogni guaio. Il problema non sono l’immigrazione o l’Euro, o la crisi economica. Il problema è l’Italia che è causa di tutte queste sciagure. La Padania libera non avrebbe queste rogne più di quanto non le abbiano altri paesi dell’Europa civile, che sono in grado di affrontarli e gestirli in tutta tranquillità.

Quarto. Il Meridione non sarà mai autonomista: non si è mai visto qualcuno rinunciare  spontaneamente a un bel mazzetto di privilegi. Se si tolgono alcuni eroici gruppetti di legittimisti o di indipendentisti siciliani o sardi, i meridionali sono massicciamente unitaristi, italianisti e patrioti.  Se qualcuno si dice disposto a votare Lega è solo perché vede nella Lega la garanzia del mantenimento dei suoi privilegi,  una nuova DC. La Lega prenderà qualche voto in più? Possibile, ma per farsene cosa? L’esperienza è già stata fatta altre volte (Vestuto, Raffaele Lombardo eccetera) e cosa si è ottenuto? Qualche eletto che se ne è andato per correre dietro alla prima cadrega. Salvini è convinto che le cose siano cambiate? Bene: come primo articolo dello Statuto del nuovo partito faccia allora mettere che «Il Movimento politico denominato “Lega Sud” (o come si chiama) ha per finalità il conseguimento dell’indipendenza del Meridione attraverso metodi democratici e il suo riconoscimento internazionale quale Repubblica Federale indipendente e sovrana». Auguri.

Quinto. Si ripete che deve essere la Lega a dettare l’agenda del centro-destra, che gli eventuali alleati si dovranno adeguare al programma del Carroccio. È giusto. Ma perché dalla sua stesura, con la lotta all’immigrazione, la revisione dell’Europa, la flat tax, le aperture di mercato, la sicurezza e tutto il resto, sono spariti l’autodeterminazione e i referendum per l’indipendenza?

Sesto. Perché snaturare l’essenza stessa del leghismo che è padano e può essere solo padano? È come se Mas facesse un partito da presentare in tutta la Spagna o come se si occupasse delle liste in Andalusia.

Settimo. L’operazione può essere suicida. La Lega sta vivendo un insperato momento di rigoglio: perché buttare via tutto questo e rischiare un altro tonfo? La base leghista è – sia pur con diverse sfumature – indipendentista, non vuole sentir parla di Italia e italianità, non regge più Berlusconi. Ha digerito in passato quasi tutto (fino a un certo punto, perché tre o quattro milioni di ex elettori leghisti si sono rifugiati nell’astensione) ma difficilmente accetterà una Lega tricoloruta. Per i pochi e temporanei voti che può prendere al Sud, Salvini rischia di perderne molti di più a Nord.

Il suo è forse solo un problema di stanchezza, solitudine o sovraesposizione mediatica: Salvini si fermi un attimo a ragionare con calma su quel che sta succedendo. È meglio lasciar perdere qualche facile consenso oggi per riuscire a costruire qualcosa di importante, coma la libertà e l’indipendenza, come il duraturo consenso della nostra gente. La Lega ha bisogno di un riferimento solido e responsabile, non di un altro Tosi.

 

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9 COMMENTS

  1. Mi pare che scrivendo “Il problema non è l’euro o l’immigrazione …” Oneto sottovaluti il rischio immigrazione. Se questo flusso ininterrotto continua, presto non vi sarà più spazio nè TEMPO per far crescere una solida coscienza autonomista in Padania. Ben altre saranno le urgenze quando questi nuovi, prolifici e arroganti ospiti incominceranno ad organizzarsi e ad imporsi. Una coscienza identitaria non si improvvisa. Non era matura quando si marciava in corteo al grido di ‘secessione’ e tanto meno lo è ora, dopo vent’anni gettati al vento.
    Ormai è la variabile TEMPO che detta le decisioni.

    Silvano Straneo – Torino

  2. E d’accordo anche con Nextein… Per credere alla Lega (di Salvini o di chiunque altro) bisogna avere la memoria veramente corta e il cervello piuttosto cotto. Un mio amico (peraltro siciliano) mi insegnò – molti anni fa – una massima che non ho mai visto smentita: chi ti mente una volta ti mentirà sempre… E chi tradisce una volta…
    Ma in “Itaglia” è tradizione: inutile atteggiarsi da lupo quando si è sciacallo.

  3. Logica ineccepibile, ma “al vento “.
    I due Mattei sono simili : assoluta incapacità operativa , ma eccelsa capacità comunicativa.

  4. … in politica come negli affari gli spazi lasciati liberi, se non si occupano, verranno occupati!

    … quando perdi credibilità … nulla te la potrà far recuperare (infatti i numeri non tornano)!

    … la Lega territorialmente (vedasi Lecco) non esiste già più!

    Ergo … si salvi chi può!

  5. Come sempre mi è difficile non condividere il pensiero di Oneto ma questa volta mi permetto aggiungere un ottavo punto frutto di esperienza personale sul campo della divulgazione del pensiero indipendentista ormai diventato il pallino della mia vita.
    “”TUTTI I MALI NON VENGONO PER NUOCERE” nel senso che adesso, la Lega omogeneizzata ai partiti tricoloriti, non verrà più associata al concetto di indipendenza o secessione che dir si voglia e questo permetterà di propagare il verbo a tutti.
    Insomma,il concetto INDIPENDENZA inteso come STARE CON CHI SI VUOLE E CON CHI CI VUOLE potrà finalmente diventare TRASVERSALE

  6. Sono d’accordo du tutto specie sul punto 2 ma aggiungo un aggravante. Per far accasare i moderati Salvini sta perdendo i militanti, ma anche semplici leghisti convinti che formavano lo zoccolo duro, quello che ha sempre garantito alla lega un 4% scarso, quindi il rischio è che quando un soggetto più “moderato” colmerà il vuoto attuale del centro destra Salvini perderà i voti dei moderati e a quel punto non avrà più neppure lo zoccolo duro a garantirgli un 4%.

  7. Caro Gilberto
    Grazie per l’acuta e precisa radiografia del sciur Salvini e delle sue scelte politiche. Secondo me, nulla è cambiato dagli anni ’80 ad oggi. In quegli anni, il sciur Bossi decise di prendere la scorciatoia verso gli scranni romani alleandosi con gli ex fascisti di Alleanza Nazionale, oggi, il sciur Salvini, in linea con una visione europea, si allea con la signora Le Pen che, quantomeno, incarna una precisa visione centralista dello stato francese. Credo che l’unico vero problema del sig. Salvini sia quello di avere studiato pochino e quindi non aver metabolizzato un forte credo identitario padano ed indipendentista. Credo anche che, a breve, verrà vietato a tutti coloro che telefonano a Radio Padania, di esordire con “Padania Libera”. Caro Gilberto temo che le tue esortazioni a Salvini rimarranno lettera morta perché, come diceva il mio papà:” L’è questiun del legn”.
    Un grande abbraccio
    Rodolfo

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