Tra le reazioni politiche alla proposta di revisione della tassazione elaborata dall’Istituto Bruno Leoni, trovo che quella di Francesco Boccia del PD meriti qualche considerazione. Dichiarando la sua contrarietà, Boccia ha affermato, tra l’altro: “Un’imposta uguale per tutti è semplicemente sbagliata, perché io penso che ogni tributo debba cagionare il medesimo sacrificio a ogni contribuente”.
Posto che la proposta dell’IBL non mette in discussione (ahimè) il principio totem della progressività (preservandolo grazie a deduzioni o integrazioni al reddito di friedmaniana memoria), di solito utilizzato dai “progressivisti” per respingere ogni ipotesi di tassazione proporzionale, trovo del tutto erroneo pretendere che “ogni tributo debba cagionare il medesimo sacrificio a ogni contribuente.”
Per un semplice motivo: il sacrificio individuale è soggettivo, per cui è sempre inevitabilmente arbitrario pretendere di stabilire dall’alto quale sacrificio stia sopportando un pagatore di tasse. Il fatto che l’utilità marginale (in questo caso del reddito) sia decrescente, non consente di trarre alcuna informazione di tipo quantitativo, né tra soggetti con lo stesso imponibile, né tra categorie di soggetti con imponibili differenti tra loro.
D’altra parte è legittimo dubitare che la determinazione delle aliquote e degli scaglioni di reddito a cui applicarle siano stati nel tempo fissati con finalità diverse da quella di generare gettito. Si eviti almeno l’ipocrisia, peraltro erronea, si tirare in ballo il sacrificio cagionato al contribuente.
Abbassarsi a rispondere ad un parassita simile è uno spreco di tempo.