di LEONARDO FACCO
Ciò che appare quantomeno divertente è che in Italia abbiano ancora il coraggio di difendere la libertà d'espressione, citando magari l'articolo 21 della Costituzione. La penisola, fascio-comunista nel più profondo del suo Dna, si appella all'articolo 278 del codice penale per difendere il Presidente della Repubblica, un codicillo che è chiaramente retaggio di una epoca tendenzialmente autoritaria, e non solo perché il codice penale è fascista, ma perché il capo dello Stato cui faceva riferimento l’articolo quando venne inserito nei codici era quello del sovrano.
Negli Stati Uniti, uno dei pochi baluardi rimasti della civiltà vagamente liberale, qualche mese fa mostrò una tizia, rancorosa sin nel midollo (come mostra la foto stessa), che di nome fa Kathy Griffin si è permessa di mostrare in pubblico come trofeo la testa mozzata di Donald Trump, che a quel tempo era il Presidente degli Stati Uniti d'America, nonché nemico giurato di quell'oligarchia