di GILBERTO ONETO
Dodicesimo presidente eletto! Tutto è andato come da copione e tutti quelli che contano nello stivale sono soddisfatti. Non vale la pena di perdere altro tempo nel commentare le sceneggiate e i mercanteggiamenti da Piedigrotta, e neppure il costosissimo teatrino della finta elezione democratica. Inutile pure perdere altro tempo sul nuovo presidente e sulla sua famiglia: se Lombroso avesse mai voluto delineare i caratteri fisionomici del “perfetto presidente” della repubblica italiana, oggi sarebbe molto soddisfatto di sé.
Non serve riprendere i commenti sulla pantomima di gatto Berlusconi e volpe Renzi, sui i loro accordi, finti litigi, e continui tentativi di infornarsi a vicenda, nei quali vince finora il più giovane che non è impacciato dai lifting, dal cerone e dalle protesi.
Quello che è invece doveroso risottolineare su una tribuna frequentata da indipendentisti è il ruolo ambiguo della Lega. Cosa ci facevano i leghisti là dentro? Cosa c’entrano degli indipendentisti con l’elezione del capo dello Stato da cui dicono di volersi staccare? Brutto spettacolo quello di qualche decina di sedicenti padanisti in mezzo a quella canea pelasgica e tricolore, intrappolati fra grembiulini, toghe, gessati e astucci per lupara. Terribile vedere uno zerbinotto con pochette verde che addirittura partecipava allo spoglio di fianco a Morticia Boldrini. Non consola neppure – anzi – il voto dato a Vittorio Feltri in compagnia dei (suoi) Fratelli d’Italia. Votare con e come La Russa è più “autonomista” che votare con Alfano-Afgano?
Insomma una brutta giornata di italianità che gli eletti leghisti si sarebbero (e ci avrebbero) potuto risparmiare. Molto meglio avrebbero fatto ad approfittare dell’occasione per rimarcare con decisione distanze e differenze.
Il loro atteggiamento ambiguo è stato subito ripagato con l’affossamento del referendum veneto. Cosa si aspettavano loro e anche tutti i tanti indipendentisti “fai da te” che si inventano sigle, patrie e rivoluzioni da tastiera? Questa è l’Italia e Mattarella ci ha subito tenuto a ribadire con chiarezza che è così o pomì.
Il vero problema è che in tutti questi anni (e purtroppo decenni) gli indipendentisti hanno perso tutte le occasioni per ragionare su presupposti veri e obiettivi possibili, sulla vera essenza del nemico che hanno di fronte e sulle strategie più efficaci. Si insista fino a farlo diventare un mantra: non si possono risolvere i problemi dell’Italia perché il problema è l’Italia!
Il solo fatto incoraggiante di queste giornate è venuto dal Buon Dio che – il giorno dell’elezione del presidente – ha abbattuto con un bel colpo di vento il tricolore dal pennone del Quirinale. Non resta che confidare nel cielo…
Gli indipendentisti possono sperare anche in un default che spazzi via l’italia attuale.
E possono , diversamente che dallo sperare nel cielo, fare ognuno qualcosa di concreto in merito.
Attuare una incisiva autodifesa fiscale , e tenere uno stile di vita adeguato.
Tenersi i soldi in tasca, non acquistare titoli di stato e venderne se li si possiede ,usare il contante, rimandare per quanto possibile ogni spesa, risparmiare ad oltranza, acquistare un poco di oro, tenere i conti e i libretti di risparmio al minimo, provare ad acquistare qualche Bitcoin, mandare i figli a studiare all’estero.
Con le sfilate, con i zaia, coi salvini, con le parole e gli scritti, con le manifestazioni, etc, si perde solo tempo.