di GIANFRANCESCO RUGGERI
In questo periodo siamo un po’ tutti catalani a cominciare dal direttore, ma soprattutto un po’ tutti scozzesi e non è una simpatica presa di posizione o un passatempo, bensì è un obbligo, un dovere, dobbiamo sentirci un po’ scozzesi: ve lo ordino!
Da un lato è evidente che l’auspicabile indipendenza della Scozia non porterà con sé in automatico una Padania, un Veneto o una Lombardia indipendente, perché ognuno l’indipendenza se la deve conquistare da solo, con fatica e sudore, senza aspettare che piova dal cielo, d’altra parte è ipotizzabile che un simile evento possa rappresentare comunque un scossone in grado di far traballare i vecchi “stati nazionali” e di ridar voce a tutti i movimenti indipendentisti sparsi nel vecchio continente.
Rendetevi conto che potrebbe di andare in frantumi nientepopodimeno che il Regno Unito, unito anche nel nome, così se persino Sua Maestà la Regina rischia di perdere un pezzo, volete voi che anche gli altri stati d’Europa non possano rimetterci qualche brandello più o meno grande? Insomma se passa in Scozia, può passare ovunque, figuratevi in i-taglia, che a differenza del Regno Unito è messa male anche nel nome, i-taglia per l’appunto. Per di più nel paese dei Pulcinella è da poco trascorso il 150 dell’unità, ve li ricordate come gongolavano nel 2011? Sembravano dei bimbi con le mani nella marmellata, felici come lo scemo del villaggio quando per caso ne dice una giusta e non gli par vero, chissà, probabilmente anche a loro non par vero di aver tenuto insieme la baracca per così tanto tempo…
Eppure a distanza di soli 3 anni rischiano oggi di subire una botta psicologica tremenda, dato che la Scozia potrebbe ritrovare la sua indipendenza dopo ben 307 anni. Per di più 307 anni non sono un numero buttato li a caso, sembra uno scherzo del destino, ma è esattamente il doppio dei 153 anni e 6 mesi di unità d’i-taglia, l’autentico scherzo del destino che ci tocca subire! I poveri amanti dell’unità italiana si sono affannati a celebrare i 150 anni quasi fossero chissà quale traguardo, ma dopo solo tre anni scoprono che la Scozia rischia di diventare indipendente e così si accorgono che, comunque vada, non possono star tranquilli per almeno altri 153 anni e sei mesi!
Ovviamente i mezzi di comunicazione italiana tacciono rigorosamente sulla questione, non gli sfugge neppure un accenno sull’argomento, nemmeno quando il NO era in vantaggio di 20 punti, figuriamoci ora che siamo al testa a testa: zitti e muti, totale censura di stato.
Un buon indipendentista non può sopportare che un simile evento passi sotto silenzio, perché comunque vada il caso scozzese dimostra che l’indipendenza è possibile, democraticamente possibile, ecco perchè nei prossimi giorni dobbiamo parlarne, dobbiamo diffondere questo messaggio di speranza e di libertà, dobbiamo sentirci un po’ scozzesi e soprattutto dobbiamo mostrarci un po’ scozzesi, esponendo una bandiera con la croce di Sant Andrea alla finestra, agghindando con tanti YES il profilo facebook, stampando un A4 con un qualsiasi richiamo alla Scozia da attaccare al vetro dell’auto, ecc. Insomma inventatevi quello che più vi pare, ma date a tutti l’idea che sta succedendo qualcosa di importante in Scozia, qualcosa di importante anche per noi, date voce alla voglia di libertà scozzese che è poi la stessa nostra voglia di libertà. Forse avremmo dovuto organizzarci prima, forse qualcuno dotato di mezzi e di strutture, invece di andare alla festa patronale di Viterbo, avrebbe potuto agire a livello politico obbligando così i mezzi di comunicazione ad affrontare l’argomento, ma va bene così, va bene così, perché chi fa da sé, fa per tre, quindi datevi da fare autonomamente e se ve la sentite andate pure in ufficio col kilt e la faccia tinta di blu gridando Alba gu bràth!