di FABRIZIO DAL COL
Salvini ha trasformato la politica in matematica: rinnegando il passato indipendentista, ha sostituito i tradizionali voti della Lega con quelli che Bruno Vespa nel suo libro definisce ‘voltagabbana’. Nella sostanza non cambia poi molto, ma se da un lato ha allargato ‘la base imponibile’ del partito, dall’altro dovrà prepararsi a gestire quella ‘grande infornata’ di ‘trombati’ provenienti dai partiti in crisi, che saliranno oggi sul suo ‘carroccio’, per ipotecare domani una candidatura alle politiche.
In sostanza la Lega ora corre un rischio elevato: da una parte sarà composta dai suoi elettori tradizionali rimasti e dall’altra da quelli che abbandoneranno i rispettivi partiti. Tant’è, ma altro non gli rimaneva da fare, se non tentare il tutto per tutto per non finire un partito extraparlamentare. Oggi si pontifica sul suo consenso dato intorno all’11% e più, ma si badi bene che si tratta di un sondaggio e non di un vero consenso. Infatti, i voti veri sono tutta un’altra cosa e comunque non si tratterebbe di primato, in quanto lo aveva già conseguito in piena solitudine.
Ora, con un bel ‘minestrone’ fatto da ex di destra, ex di sinistra e ex di centro, tanto la provenienza non ha nessuna importanza perché ciò che conta saranno i voti, sebbene l’incognita resti quella di confermare le previsioni, cioè di tradurle in voti veri. E’ esattamente quello che hanno sempre fatto i partiti tradizionali per cinquant’anni, somme algebriche per costituire il pentapartito ieri, alleanze con sbarramenti per costituire una coalazione oggi, e tutto per arrivare ad occupare definitivamente il potere del Parlamento e gestirlo poi attraverso le conseguenti correnti interne. In sostanza, se la Lega era originariamente nata per cambiare lo Stato, ora è certo che lo Stato sta cambiando la Lega.
Il Carroccio ha fatto la scelta di rinunciare a mantenere le sue origini, e anche quella di abbandonare definitivamente la via indipendentista per abbracciare l’idea di diventare un partito nazionale, e tale scelta non è certamente una decisione da poco. Volendo però potrebbe ancora ripensarci e avere ancora tutto il tempo per valutare attentamente le candidature degli uomini scelti per la lista del Sud.
Personalmente, davanti alla svolta leghista, mi sono convinto che con tale decisione il segretario Salvini abbia decretato la sua fine politica. Di più: mollati gli ormeggi di un tempo, credo anche che la stessa fine sarà riservata al suo partito. Ciò che penso io potrebbe anche non fare testo, ma temo che in mancanza dei finanziamenti pubblici ai partiti, quelli privati non saranno sufficienti per la campagna elettorale di un grande partito, e quello leghista lo sta diventando ‘obtorto collo’. Ragion per cui chi ha grandi disponibilità finanziarie avrà anche interesse a infilarsi nelle liste leghiste e condizionare definitivamente il partito. Così vedo la Lega come la neve: non serve spalare, se ne va da sola.
Frase più indicata non poteva trovarla.
NEVE AL SOLE, come il sole delle Alpi, o la neve che ‘cresce’ solo al Nord, che si liquefà.
PAGA SOMARO LOMBARDO’, o la matrona Romana che aspetta le uova ‘LA GALLINA DALLE UOVA D’ORO’, per me romantico della Lega, Indipendente, Autonomista, Secessionista, erano un dogma, IL DOGMA.
Ma l’evoluzione (involuzione), è partita con Belsito.
Venti anni di tasse e sacrifici, per poi vedere ‘mafia capitale’ i cui soldi per pagare arrivano sempre dal calderone (oli), nord, perchè se non v’è produzione di danaro, se non è ‘LA GALLINA DALLE UOVA D’ORO’, chi mette i soldi.
Erano partiti, giovani e forti, per scardinare il sistema di mantenimento e di sopravvivenza del sistema sud, Iorio in Molise, Napoli, Roma capitale, Messina e Catania, e anzichè controllare, hanno lasciato che le uova d’oro continuassero.
Tutte le votazioni della giunta per le Autorizzazioni a procedere, nei confronti di politici ‘SUDICI’, trovano Lega e F.I. che votano per la non autorizzazione.
Sveglia, NORD, sveglia.
Buon Natale e Buon Anno a tutto il Nord.
Giorgioleonedisanmarcoe doge dicantu’
Sono d’accordo e aggiungo che il voto della lega è sempre stato caratterizzato da due componenti, lo zoccolo duro che le ha sempre garantito il 4% e il voto di protesta più il voto in libertà, gente orfana di un partito, penso al 40% che Formentini ha preso a Milano, nel totale vuoto del centrodestro distrutto da manipulite e poi sgonfiatosi all’8% con la nascita di Forza Italia. Con la svolta da partito nazionale rischia di perdere lo zoccolo duro mettendosi in balia del solo voto di protesta e degli orfani del centrodestra, un voto volubile, non fidelizzato, insomma un bel rischio.