di STEFANO MAGNI
Incarcerata, gravemente malata e accusata di alto tradimento. E’ questa la sorte che sta toccando a Yulia Tymoshenko, eroina della Rivoluzione Arancione di Kiev del 2004. La sua unica vera “colpa” è stata quella di opporsi all’egemonia russa, politica ed economica, sul suo Paese e di mirare a una reale indipendenza dell’Ucraina da Mosca.
L’ultimo suo supplizio è stato deciso ieri dalla Rada (parlamento) ucraino: è stata respinta la richiesta per un suo trasferimento in una struttura ospedaliera esterna al carcere di Kharkiv, dove è detenuta. Lo aveva chiesto, il 15 marzo scorso, la Corte europea dei diritti dell'uomo (Cedu), dietro proposta di Sergey Vlasenko, l’avvocato della leader dell’opposizione. Ma la Rada ucraina ha respinto il ricorso: solo 98 deputati hanno votato per il ricovero. Secondo il ministro della Giustizia, Alexander Lavrinovich, il penitenziario di Kharkiv “ha tutti gli strumenti, le medicine e gli specialisti necessari p