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Hanno ucciso il federalismo che non era federalismo. viva l’italia unita!

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di GIANLUCA MARCHI

morte federalismoHanno ucciso il “federalismo” nella culla. Anzi, hanno fatto di peggio: hanno messo al mondo un “bastardo”, l’hanno chiamato federalismo e l’hanno spacciato come tale al popolo; poi siccome questo si è comportato da bastardo quale in effetti era, l’hanno accusato di essere la ragione di tutti i mali. E alla fine hanno potuto sentenziare trionfanti che il “federalismo ha fallito”. Ciò, in sintesi, è quanto accaduto nell’ineffabile paese che si chiama Itaglia (voglio qui rispettare i suggerimenti semantici dell’ottimo Ruggeri), uno stato delle banane dove tutto ciò che il pubblico (inteso come stato, burocrazia, politica, amministrazioni) tocca – ma spesso anche il privato – si trasforma in merda.

Sul federalismo, a mio parere, è avvenuto addirittura qualcosa di più: l’hanno taroccato scientemente, già sapendo che quella creatura mostruosa, per di più immessa in un ambiente avariato come l’Itaglia, sarebbe inevitabilmente andata a sbattere contro un muro, ma consentendo nel frattempo alla politica di moltiplicarsi e di vivere allegramente. E quando la stagione delle vacche grasse s’è irrimediabilmente conclusa, ecco ben servito il “capro espiatorio” da immolare sull’altare della patria per tornare a un “sano centralismo statalista” e romanocentrico.

Esagero? Può anche essere, ma la morale di questo quarto di secolo, cioè del periodo storico/politico segnato dal travolgente avvento della Lega Nord e di Umberto Bossi, che hanno imposto il “federalismo” in cima all’agenda politica itagliana, si può dire si concluda oggi con il seppellimento definitivo della bara dove è contenuto il “federalismo” che però non è mai stato federalismo. L’amico Paglia(rini) lo va ripetendo da anni che quello realizzato in Itaglia non è federalismo, semmai solo un po’ di decentramento. Ma tant’è, persino la Lega ha ritenuto, nel corso degli anni, di poter fare a meno di coloro che erano sinceramente e consapevolmente (cioè sapevano di cosa si trattasse) federalisti.

I dati forniti un paio di giorni fa dall’inaffondabile ufficio studi della Cgia di Mestre hanno solo posto il crisantemo sulla tomba dove è stato tumulato il “federalismo non federalismo”: dal 1997 a oggi tasse locali incrementate del 191% e tasse statali “solo” del 42,5%. Di conseguenza ecco pronunciato l’epitaffio: il federalismo è stato un fallimento. A questo punto può essere cancellato una volta per tutte dall’agenda politica, archiviato fra i disastri italigliani, cosa per altro alla quale il governo Renzi stava già provvedendo, attraverso appunto una “sana e robusta ricentralizzazione”. I numeri mestrini, come detto, hanno rappresentato solo l’estremo saluto. E il tutto avviene nel quasi totale silenzio del partito che ha imposto il tema del federalismo, appunto la Lega, quasi che i suoi dirigenti se ne vergognino. O forse perché sono impegnati a costruire un “partito nazionale” chiamato a sfondare nel Mezzogiorno, dove il “federalismo” è visto come la peste bubbonica. Con qualche eccezione, però: ad esempio domani sera, nella festa provinciale di Mantova del Carroccio hanno pensato di organizzare un piccolo convegno sul “federalismo”, quello vero, invitando indegnamente chi scrive come moderatore del dibattito, e soprattutto chiamando un esponente della Lega dei Ticinesi a illustrare alla gente che cosa è il FEDERALISMO. Quello vero, però…

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4 COMMENTS

  1. In questo stato itagliano non ha senso parlare di federalismo.

    L’unica salvezza è la secessione.

    E verso la strada della secessione ha fatto più la merkel con la sua idiota polita di austerity e la UE unita che 20 anni di lega.
    Spero che merkel, UE e Usa continuino così, quando anche l’ultima fabbrica padana avrà chiuso, forse la maggior parte della gente “addormentata” che vive in Padania si potrebbe svegliare dal torpore.

    Solo che per allora qua ci saranno troppi migranti per far si che la secessione avvenga in modo pacifico senza sangue.
    Ma d’altronde questo sarà, a causa del ritardo del risveglio dei morti viventi che ci circonda.

  2. Diagnosi esatta.
    La mia impressione è sempre stata la seguente, dal 1994 ad oggi.
    Bossi non sapeva quel che diceva, lui il vero nemico del federalismo.
    Gli altri, tutti senza eccezioni, hanno assecondato Bossi , traccheggiando e facendo la punta agli spilli.
    Tanto per assorbire, come il classico muro di gomma, la protesta degli elettori leghisti.

    Missione compiuta.
    Un cesso nel cesso.
    Una merda di decentramento, un aborto.

    Allora, mio padre diceva che un affare è tale solo e soltanto se è un affarone.
    Io direi che non sarà mai federalismo senza secessione.

  3. E di tutto questo la Lega iTaglia Unita non ha ovviamente alcuna responsabilità. Continuiamo inde (ma anche) fessi a credere nella lega iTaglia unita Tuttacolpadellamerkel. Se no siamo settari e poltigliosi.

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