di STEFANO CRIPPA
Lo si può proprio dire, il 2014 è l’anno delle secessioni in Europa, non c’è angolo del continente che non sia coinvolto da processi indipendentisti: dalla Crimea alle regioni orientali dell’Ucraina, dalla Catalunya alle Fiandre, dalla Scozia al Veneto passando per Trieste e in molti altri luoghi ancora.
La secessione, al contrario di quello che pensa la maggior parte delle persone, è sinonimo di pace e non di guerra, come vogliono far credere i centralisti votati solamente alla difesa del fragile concetto di “nazione”, come può dimostrare la maggior parte delle secessioni avvenute dalla fine della seconda guerra mondiale.
La secessione è un modo pacifico di risolvere le diatribe insanabili che possono venirsi a creare fra il “centro” e la “periferia” di uno Stato, ma molto spesso la situazione può degenerare in violenza quando qualcuno, come un altro Stato estraneo ai territori coinvolti nel processo di secessione, si intromette
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